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Monthly Archives: May 2016
CENA IN TRE (pi)ATTI – Protagonista il Peperoncino
“La CENA IN TRE (pi)ATTI”
inizia alle 21:00 di Mercoledì 01 Giugno 2016
e sarà divisa in tre atti:
– ATTO PRIMO: L’ANTIPASTO, un metodo curato per stimolare l’appetito, la fantasia, la voglia di scoprire e di accogliere l’armonia;
– ATTO SECONDO: IL SECONDO + CONTORNO, il legame tra i preliminari e l’orgasmo, la via che porta ad aver scoperto qualcosa in più senza perdere la voglia di andare oltre;
– ATTO TERZO: IL DOLCE EPILOGO, per mettere in luce soddisfazioni, ansie, paure, luci e ombre di un percorso fatto di suggestioni, emozioni, colori e immaginazione.
“La CENA IN TRE (pi)ATTI” è una cena teatral-musicale creata per fare di un semplice pasto un’esperienza di vita, è uno scontro poetico che dalla bocca si evolve nello stomaco e poi trascende in modi che nessuno al momento può sapere.
Protagonista di questo appuntamento sarà il PEPERONCINO!
Special guests della serata:
Tiziana Maio – Narrazione
Domenico De Matteis – Corde
Alen Zollo – Tasti
Menù completo: 15€!
È NECESSARIO PRENOTARSI entro e non oltre le ore 23:59 del giorno 30 Maggio 2016.
Per prenotarsi contattare:
Andrea Maio (3297914678)
Francesca De Rienzo (3402244751)
Roberta Zollo (3408510821)
Mercoledì 01 Giugno 2016
Start h 21:00
Presso il Bukó Circolo Virtuoso
via Stanislao Bologna 30
82100 – Benevento
UMORIRE DAL RIDERE
Sicuramente avrete avuto qualche occasione in cui i momenti morti della serata sono stati risollevati da una serie di barzellette. Si lancia la prima, riaffiorano ricordi e memorie di altre barzellette e così via a cavalcare il ritmo della risata.
Sicuramente ci sarà capitato di sentire un amico che debutta dicendo “Oh, la sapete quella dell’italiano, il francese e l’americano?”
Avrete di certo avuto modo qualche volta di pensare ad un evento, una circostanza che facilmente si poteva poteva essere assimilabile a barzelletta, ad esilarante racconto da mescolare in conversazioni tra amici.
Ebbene…benvenuti alla prima rassegna di barzellette dal vivo di Benevento e dell’intera Italia. Dove? Ovviamente al Bukó Circolo Virtuoso!!!
PER PARTECIPARE leggere attentamente il regolamento riportato di seguito e presentarsi la sera del 27 Maggio 2016, non oltre le ore 21:00.
Regolamento:
1. L’importante non è vincere, nè partecipare. L’importante è divertirsi e far divertire.
2. Sono ammesse barzellette, freddure, indovinelli e giochi di parole di qualsiasi tipo. Quando si tratta di ridere, non è importante che il contenuto sia “politically correct”. Spettera poi al pubblico decidere se ridere o meno.
3. Nessuna quota di iscrizione è prevista.
4. I partecipanti POSSONO includere nella rassegna barzellette scritte di proprio pugno.
5. Nessun punteggio, nessun vincitore…solo tante risate!
6. Ogni barzelletta pronunciata e approvata dalle risate del pubblico un bicchiere di vino omaggio. Chi raggiunge i 5 bicchieri passa alla fase successiva.
Per qualsiasi chiarimento chiamare il seguente numero:
3297914678 (Andrea Maio)
Venerdì 27 Maggio 2016
Start h 21:00
Presso il Circolo Virtuoso Bukó
via Stanislao Bologna 30
Benevento
Mr. Jack, live music
Mr. Jack , cantante/musicista – Vocal Coach.
Inizia a cantare e suonare con varie band all’età di 14 anni , dopo alcune collaborazioni , all’età di 19 anni fonda la rock band IRON HEART con i quali tutt’ora è in tour e con i quali ha registrato 2 album studio ( The Angel nel 2006 ) & ( Mr. Jack nel 2010 ) , con gli stessi nel 2009 collabora con la Quickstar Production a Baldimora negli USA per l’uscita dell’album ‘Rispe Up’ con altre band straniere e nel 2011 collabora con l’etichetta Tedesca ‘April Rain’ per l’uscita dell’album ‘ARTISTS UNITED FOR A NEW REBORN’ . Con gli Iron Heart fa da spalla a molti artisti nazionali e non : Pino Scotto , J-AX , Subsonica , Ian Paice (Deep Purple) , Skanners , Joe Lynn Turner ( Deep Purple, Rainbow, Yngwie Malmsteen, Glenn Hughes, Bonnie Tyler,Cher, Lee Aaron, Riot, TNT, Nikolo Kotzev, Brazen Abbot ) . Collaboratore della Route to Hell di Morris Franceschetti con la quale inizia a lavorare nel 2013 e con la quale realizza Eventi e Clinic a livelli internazionali : Arthemis , Andy Martongelli , Michael Angel Batio , Marty Friedman (Ex Megadeth , Cacophony ) , Edu Falaschi ( Angra , Almah ) , Gus G. ( Ozzy Osbourne , Firewind ) e molti altri.
Endorser Ufficiale dei marchi :Jack Daniel’s Guitar , D’Orazio String e Essetipicks e collabora con la storica marca di microfonia ‘Shure’ e da poco è entrato nella famiglia MusicianStuff ( Progetto musicale con tanti artisti nazionali e internazionali)
Attualmente ha vari progetti da solista e vari progetti e collaborazioni con altri musicisti e sta preparando il terzo album con gli Iron Heart.
Sabato 21 Maggio 2016
Start h 22.00
Presso il Circolo Virtuoso Bukó
Via Stanislao Bologna 30
Benevento
Presentazione di “Just Job” con l’autrice Filomena Baratto
Il Circolo Virtuoso Bukó in collaborazione con Graus Editore e Lettori Itineranti presenta:
“Just Job” di Filomena Baratto.
“Just job” di Filomena Baratto. Just job è un romanzo di formazione che narra la storia di Marcello Doni, un uomo di mezza età di successo che si trova però improvvisamente la vita sconvolta a causa della perdita del lavoro. Si ritrova senza più nulla, abbandonato dalla famiglia e dagli amici e senza più quelle certezze su cui basava tutto. Tra momenti di crisi e nuove strade da percorrere, Marcello si trova a progettare un nuovo modo per ricostruire la sua nuova vita dal nulla. Il romanzo si inserisce in quella corrente letteraria che narra le vicende dei reduci della crisi economica che sta attanagliando gli anni 10 del ventunesimo secolo, storie che ciclicamente si ripresentano nel tempo e che sono state trattate dalla letteratura e che la Baratto riesce a trasporre ai giorni nostri. Just job è la storia di un uomo come tanti che si trova improvvisamente in crisi, personale, economica e sociale e sul punto di rottura, trova la forza per trasformare tutta la sua vicenda in un’occasione di svolta.
FILOMENA BARATTO è nata a Vico Equense (Na). È laureata in Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli e insegna nella Scuola Primaria da 29 anni. Sin da piccola ha manifestato una spiccata propensione per l’arte, a cominciare dalla pittura, talento a cui si aggiunge anche la musica con lo studio del pianoforte. A queste sue passioni unisce anche la scrittura. Inizia a pubblicare nel 2010 in seguito a un evento familiare che la scuote profondamente e che le dà la spinta a pubblicare la raccolta di liriche Ritorno nei prati di Avigliano, Alberti Editori. Segue poi, nel 2012, il romanzo Rosella edito da Sangel Edizioni e ancora la raccolta di racconti Sotto le stelle d’agosto, Graus Editore nel 2013.
“Just Job”
di Filomena Baratto
Graus Editore
Alla presentazione interverranno:
– Filomena Baratto, autrice del libro
– Umberto Pappalardo, Professore presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa
– Tiziana Iannelli, rappresentante del gruppo Lettori Itineranti
Giovedì 19 Maggio
Start h 20:30
Presso il Circolo Virtuoso Bukó
Via Stanislao Bologna 30
Benevento
Proiezione: “Boys don’t Cry” + Cena Rainbow # RAINBOW WEEK
Dal 16 al 22 maggio una settimana di dibattiti, proiezioni, mostre, momenti di festa e divertimento per coprire con i colori dell’arcobaleno il nero dell’omofobia.
MERCOLEDÌ 18 MAGGIO
– Ore 19.00
Proiezione del film “Boys don’t cry”
– Ore 21.00
Cena Rainbow con menù arcobaleno a 10€
Menù arcobaleno:
– Antipasto: “mille colori”
– Secondo: “la carne è sempre la carne”
– Contorni: “civilmente uniti”
– Vino, acqua, pane e, soprattutto, “la fava fresca”
NECESSARIA LA PRENOTAZIONE PER LA CENA ENTRO IL 16 MAGGIO 2016.
Contattare:
– Francesca => 3402244751
– Andrea => 3297914678
Presso il Circolo Virtuoso Bukó
Via Stanislao Bologna 8, Benevento
Durante la Rainbow week sarà possibile acquistare la tessera dell’Associazione WAND o fare donazioni negli appositi salvadanai. Inoltre il WAND si occuperà di raccogliere i nominativi di chi desidera partecipare, con un pullman da noi organizzato, al Caserta Campania Pride il 25 Giugno 2016.
Info e contatti:
wandbn@libero.it
facebook.com/collettivo.wand
twitter.com/WAND_LGBT
ask.fm/WAND_LGBT_Benevento
MOONSHINERS, live music
Legati da una passione per il blues e il buon whisky e nascono i Moonshiners. Il nome richiama i produttori di whisky clandestino il Moonshiners durante l’epoca del proibizionismo americano.
I Moonshiners rielaborano un repertorio composto da blues delle origini e country di campagna e alcuni brani inediti come Paranoid blues e Devil’s house blues, invitando gli ascoltatori ad immergersi nell’immaginario folk americano, dove uomini sdentati preparano Moonshine in botti improvvisate di nascosto nei boschi e negli scantinati e dove la musica di una chitarra che si ode da lontano si mischia al dolce profumo del distillato clandestino.
Members:
Dani Blues – Chitarra / Armonica
Irene Forcillo aka Miss Wood – Voce / Chitarra
Roberto Formisano – Cajon effettistica e Cori
Venerdì 13 maggio
Start h 22:00
Presso il Circolo Virtuoso Bukó
Via Stanislao Bologna 30
Benevento
Maggio al Bukó!
Contest di Poesia Slam – “Sputa il Rospo” – FINALE CAMPANA LIPS
“Il punto dello slam non sono i punti, il punto è la poesia”
(Marc Kelly Smith)
Finale Campana di Poesia Slam ufficiale della Lega Italiana di Poesia Slam.
Nove partecipanti, scelti nelle tre gara di qualificazione di Benevento, Salerno e Napoli:
Da Benevento:
Diego Davide
Eduardo De Cunto
Mariano Ciarletta
Da Salerno:
Morgan Donatelli
Vittorio V Zollo
Claudio Lamberti
Da Napoli:
Francesco De Luca
Dario Spulzo
Francesca De Santis
La gara, che si articolerà in eliminatorie, semi-finali e finale, sceglierà un vincitore che accederà alla FINALE NAZIONALE di Poesia Slam della LIPS.
La giuria popolare e gli spettatori unici in grado di giudicare l’estro dei partecipanti in gara.
Venerdì 6 Maggio 2016,
a partire dalle ore 21:00.
Presso il Circolo Virtuoso Bukó
via Stanislao Bologna 30,
Benevento.
rasSEGNA LIBRO
rasSEGNA LIBRO
In occasione del Maggio dei Libri il Circolo Virtuoso Bukó diviene un luogo dove scambiare suggestioni, emozioni e sensazioni associate al mondo della lettura e lo fa con una rassegna che ha proprio il libro come filo conduttore.
Martedì 3 Maggio 2016 => “La nona porta”, un film di Roman Polanski, con Johnny Depp, Lena Olin, Emmanuelle Seigner, Frank Langella, James Russo.Trama: Polanski, uomo dalla vita più grande del vero e grande regista anche nelle cadute di stile, oltre che attore teatrale straordinario (nella Metamorfosi kafkiana e in Amadeus di Shiffer a Vienna), qui sacrifica il suo talento ad un tentativo di film satanista di cassetta non paragonabile a Rosmary’s Baby. La bella moglie Seigner è sciupata in un ruolo inattendibile, come, del resto, gli altri interpreti di rango. Lo spunto è dettato da due libri, edizioni uniche e antiche, che, passati nei secoli di mano 9in mano, hanno determinato tragedie immani. Il successo di questo film è modesto rispetto alle aspettative. Ma Polanski è sempre Polanski: chapeau.
Martedì 10 Maggio 2016 => “The words”, un film di Brian Klugman, Lee Sternthal. Con Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Olivia Wilde, Zoe Saldana.
Trama: Clay Hammond è un celebre scrittore corteggiato da una seducente dottoranda che vorrebbe carpire la verità dentro e dietro il suo romanzo. Avvicinato durante una lettura pubblica, Clay si limita a confessare i primi capitoli del libro introducendo la vita del suo personaggio: Rory Jansen, che si sogna scrittore e sogna il libro della vita, libro che arriverà dentro una vecchia ventiquattrore e non attraverso un’ispirazione. Pubblicato e raggiunto il successo a colpi di premi letterari, Rory viene seguito e poi ammonito da un vecchio signore che rivendica la paternità del libro e la storia della sua vita. Scoperto, Rory proverà a rimediare e poi a convivere con la menzogna e i propri limiti. A non riuscirci sarà la giovane moglie a cui lo scrittore, alla maniera del suo creatore, ha mentito. Perché Rory è probabilmente una proiezione di Clay e Clay il prosatore di se stesso.
The Words, film d’esordio degli sceneggiatori Brian Klugman e Lee Sternthal, è un dramma intrigante intorno al tema della narrazione, una riflessione sull’arte di raccontare storie, o più propriamente sul bisogno di farlo. Al punto di rubare un manoscritto per farsi scorrere tra le dita il piacere delle parole o di ripudiare la propria consorte per averle perdute. Storia dentro un’altra storia che diventa Storia, The Words è affollato di personaggi col vizio della scrittura: chi lo fa per mestiere, chi ha un romanzo nel cassetto, chi ha perduto il libro della vita insieme alla propria vita. Tutti registrano un’urgenza di comunicare, di esplorare e di esplorarsi, di dare uno sfogo alla tristezza e una forma alla vita, di ritrovare quello che si è sprecato, di scoprire quello che non si è mai avuto. La cornice del film è un reading letterario, letteralmente narrante, dove non è nemmeno sempre chiaro cosa è vero e cosa no, chi è chi, chi ha scritto cosa, chi ha inventato chi. Klugman e Sternthal confondono impercettibilmente i piani del reale e della finzione, dove i sogni e i desideri hanno la stessa nitidezza del momento presente. Alla maniera di una scatola cinese, Clay Hammond racconta Rory Jansen che plagia un vecchio uomo che romanza un amore conosciuto e poi smarrito come le pagine del suo libro. L’immaginazione per i tre protagonisti (Dennis Quaid, Bradley Cooper e Jeremy Irons), che potrebbero essere in fondo la stessa persona, è un laboratorio in cui fermentano le emozioni della vita reale e in cui fervono i preparativi per la vita reale, quella che si ha paura ad affrontare e su cui non ci è mai concesso un secondo giro. Ma se esiste un solo modo di vivere una vita, ne esistono almeno tre per raccontarla, suggerisce The Words, seguendo parallelamente quella reale e quella finzionale, quella creata e quella rubata, quella navigata e quella naufragata. L’idea dei registi, nel modo del cinema, mette il mondo in movimento dentro una cornice e attraverso le parole. Parole seminate nelle immagini in attesa che attecchiscano stando a vedere (e ad ascoltare) quello che succederà.Martedì 17 2016 => “Treno di notte per Lisbona”, un film di Bille August. Con Jeremy Irons, Mélanie Laurent, Jack Huston, Martina Gedeck, Tom Courtenay.
Trama: Ogni mattina, il professor Raimund Gregorius si reca nella scuola di Berna dove insegna. Ma una mattina riscrive per sempre il suo percorso: una ragazza disperata è in procinto di buttarsi da un ponte ed è proprio Raimund a fermarla prima che sia troppo tardi. La ragazza scappa, ma lascia dietro di sé un libro e un biglietto ferroviario per Lisbona. Raimund, spinto dal bisogno di cambiamento e da un’improvvisa sete di avventura, sale sul treno e, una volta in Portogallo, si mette sulle tracce dell’autore del libro, Amadeu de Prado, medico e membro della resistenza che si oppose al regime di Salazar. Nasce e si svolge all’insegna del travestimento, e dunque del falso, questo film di Bille August, che traduce sullo schermo un romanzo best-seller nei paesi di lingua tedesca firmato da Pascal Mercier, nom de plume di Peter Bieri. Quando la cartolina di Berna lascia il posto a quella diLisbona, le glorie attoriali, vecchie e nuove, di Germania, Francia e Inghilterra si spacciano per nativi portoghesi, in un film girato interamente in inglese, che decreta pertanto immediatamente la sua appartenenza ad un regime di finzione tout court, anche piuttosto anacronistica. Un’aderenza rincarata e protratta dalla trama, degna di un feuilleton o di un romanzo parastorico di Dan Brown, con triangoli amorosi, torture politiche, colpi di scena e strascichi del passato che giungono opportunamente fino al presente. Se si aggiunge la pretesa del regista di fare un thriller filosofico -che si translittera nelle considerazioni esistenzialiste di Amadeu affidate alla voice over di Jeremy Irons- il quadro è completo e l’avvertimento lanciato.
Mélanie Laurent e Jack Huston, nei panni dei due giovani amanti rivoluzionari, fanno ciò che è in loro potere per strappare il film alla calligrafia e consegnargli a tratti dei momenti di maggior credibilità, ma lo spazio è poco e il contesto ingrato.
Con Night train to Lisbon Bille August manca la sovrapposizione auspicabile tra contenuto ed espressione: desideroso di parlare di un episodio di rinnovata vitalità nell’esistenza di un uomo ormai maturo, realizza invece un film colpevolmente vecchio, nel quale pesano le metafore spiegate ad alta voce (di fronte al treno in partenza o nello studio oculistico) e il ruolo passivo del protagonista. Per passare dalla carta al cinema occorreva davvero il coraggio di prendere un altro treno.- Martedì 24 Maggio 2016 => “L’uomo nell’ombra”, un film di Roman Polanski. Con Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Kim Cattrall, Olivia Williams, James Belushi.
Trama: L’ex primo ministro britannico Adam Lang vive su un’isola negli Stati Uniti con la moglie, la segretaria e le guardie del corpo. Viene raggiunto da un ghost writer incaricato di rivedere da cima a fondo la sua autobiografia. Lo scrittore va a sostituire il precedente ghost writer che è morto cadendo da un traghetto in circostanze misteriose. In breve tempo lo scrittore comprende di essersi accollato un’impresa scottante e non solo sul piano letterario. Lang viene infatti accusato di avere, nel corso del suo mandato, consentito la tortura di prigionieri sospettati di terrorismo e di avere inconfesssati legami con la Cia. Roman Polanski potrebbe, a buon diritto, farsi aggiungere il nome di Alfred dopo questo suo thriller che si rifà al grande Hitchcock con una consapevolezza della classicità che pochi possono vantare senza scadere nel rifacimento privo di originalità. Il regista ha sempre privilegiato nel suo cinema l’ambiguità del vivere, sia che si trattasse di giovani donne in attesa del figlio del demonio che di fanciulli costretti a rubare nell’Inghilterra dickensiana. Approda ora al thriller con risvolti spionistici grazie a un romanzo che rispetta profondamente e a un Ewan McGregor che ricorda senza perdere nulla in modernità (Al
Qaeda e soprattutto Cia sono sempre minacciosamente presenti) i Cary Grant e James Stewart di un tempo. E’ perfetto nei panni dell’uomo qualunque costretto a destreggiarsi in una trama (letteraria, di rapporti gerarchici, politici e sentimentali) che rischia ad oggni passo di travolgerlo con le sue parziali rivelazioni. Si avverte il divertimento di Polanski che finisce con il non essere disgiunto da una sorta di consapevolezza preveggente.
Il suo Adam Lang vive negli Stati Uniti dove non esiste un trattato di estradizione con l’Inghilterra. Roman Polanski, come tutti sanno, è stato arrestato in Svizzera per un lontano reato di rapporto sessuale con una minorenne. Stati Uniti e Svizzera hanno invece un trattato di estradizione. Un’avvertenza: non fatevi raccontare da nessuno il finale. Magari lo avrete già previsto ma sarà decisamente più piacevole scoprirlo in progress. - Martedì 31 Maggio 2016 => “Storia di una ladra di libri”, un film di Brian Percival. Con Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nélisse, Ben Schnetzer, Nico Liersch.
Trama: Germania, 1939. Liesel Meminger è una ragazzina di pochi anni che ha perduto un fratellino e rubato un libro che non può leggere perché non sa leggere. Abbandonata dalla madre, costretta a lasciare la Germania per le sue idee politiche, e adottata da Rosa e Hans Hubermann, Liesel apprende molto presto a leggere e ad amare la sua nuova famiglia. Generosi e profondamente umani gli Hubermann decidono di nascondere in casa Max Vandenburg, un giovane ebreo sfuggito ai rastrellamenti tedeschi. Colto e sensibile, Max completa la formazione di Liesel, invitandola a trovare le parole per dire il mondo e le sue manifestazioni. Perché le parole sono vita, alimentano la coscienza, aprono lo spazio all’immaginazione, rendono sopportabile la reclusione. Fuori dalla loro casa intanto la guerra incombe e la morte ha molto da fare, ricoverando pietosa le vittime di Hitler e dei suoi aguzzini, decisi a fare scempio degli uomini e dei loro libri.
Adattamento del romanzo di Markus Zusak, Storia di una ladra di libri è un racconto di formazione ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale in un piccolo villaggio della Germania. Nato da un’urgenza e dall’infanzia dell’autore, il libro di Zusak descrive una crescita forzata e indotta dalla crudeltà degli uomini. Ma la violenza della guerra e l’assurdità del mondo degli adulti vengono fiaccate dai libri e dalla letteratura, corsie preferenziali per la conoscenza. E attraverso i libri la giovane protagonista abbandona la superficialità tipica dell’età e impara a leggere (tra le righe), capendo quello che la circonda, scoprendo i misteri della vita e della sua assenza. Tradotto in trenta lingue, “La bambina che salvava i libri” è sceneggiato da Michael Petroni (Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero) e diretto da Brian Percival (Downton Abbey), che decide per una regia classica e decisamente didascalica. Messa in scena che non rivoluziona il genere ma rende il film accessibile e concentrato sul suo soggetto: la dittatura dell’incultura. L’innocenza della protagonista si scontra presto coi terribili ‘uomini grigi’ di Hitler, che rubano ‘il tempo’ a chiunque osi contrariarli. E al fuoco della loro follia, la piccola Liesel sottrae i libri, unendo l’attenzione per gli altri alla forza di un sorriso. La speranza risiede nei suoi gesti e in quelli dei suoi genitori, nella loro voglia di libertà, nel loro bisogno comunitario, nel loro amore per il prossimo. Se Hitler ordina ai suoi ‘figli’ di bruciare i libri, un padre protegge sua figlia dall’orrore grazie alle parole di quei libri. Perché l’arte è una sorta di coscienza salutare, e in quegli anni bui provvidenziale a risollevare le persone dall’umiliazione e dall’ignominia subita. Racconto edificante, Storia di una ladra di libri partecipa a una tendenza attuale che mostra cittadini tedeschi irriducibili e resistenti contro lo stato delle cose. Impeccabilmente interpretato da Geoffrey Rush, Emily Watson e la giovane Sophie Nélisse, abile nell’esibire l’anima più genuina dell’infanzia e a far conoscere tutta la vulnerabilità della fase più delicata nello sviluppo di un individuo, Storia di una ladra di libri rivela una superficie liscia e una narrazione senza asperità. Il film ‘storico’ di Brian Percival ha tutte le caratteristiche ma anche i limiti di uno spettacolo familiare, che rinuncia alla (più) complessa costruzione del romanzo per una maggiore presa spettacolare. ‘Ricostruttore’, piuttosto che autore, il regista inglese pasticcia con la ‘mortale’ voce fuori campo, che dovrebbe essere il filtro tra gli accadimenti e il lettore e finisce invece per penalizzare la storia, intervenendo approssimativamente sullo svolgimento. Nella versione originale poi, in italiano il doppiaggio assorbe il garbuglio linguistico, intercala l’inglese col tedesco, impiegato come mero richiamo realistico ed elementare décor sonoro. Nondimeno Storia di una ladra di libri resta un film comunicativo, in grado di catturare lo spettatore e donargli un insegnamento veramente sentito. Perché per Brian Percival i libri hanno un valore rilevante, culturale e formativo. Insieme al cinema, possono veicolare contenuti importanti, farsi serbatoio dei capitoli della storia universale della formazione umana, nutrimento dell’immaginario, senza rinunciare ad emozionare.Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:00.
Siate puntuali come lo saranno le proiezioni.
Ciao, bella gente!