Che La Festa Cominci

CHE LA FESTA COMINCI
festa cominci
Dal 5 Dicembre 2017 al 7 Gennaio 2018 sono solo 33 giorni. Trentatre giorni che separano l’inizio dell’ultima rassegna cinematografica del Bukó alla chiusura dei suoi meandri. Per questo, l’idea è quella di iniziare da subito a festeggiare citando Ammaniti: “Che la festa cominci”.
Una rassegna che rasserena, intriga, inquieta ma allo stesso tempo ci mette nella condizione di capire che tutto quello che c’è di bello ha sia un inizio sia una fine.

animal house– Martedì 5 Dicembre 2017 => “Animal House” (USA – 1978), un film di John Landis. Con John Belushi, Tim Matheson, John Vernon, Verna Bloom, Tom Hulce.

Trama: 1962. Due matricole del College Faber, Larry e Kent, vogliono iscriversi a uno di club studenteschi. Rifiutati dall’Omega, frequentato dagli studenti di buona famiglia, trovano accoglienza allo sregolato Delta in cui l’elemento di punta è John Blutarsky (‘Bluto’), sporco, decisamente sovrappeso e assolutamente maleducato. Il rettore però ben presto decide di smantellare il club. La vendetta sarà devastante e Bluto ne costituirà lo stratega.

grande bellezza– Martedì 12 Dicembre 2017 => “La Grande Bellezza” (Italia, Francia – 2013), un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte.

Trama: Scrittore di un solo libro giovanile, “L’apparato umano”, Jep Gambardella, giornalista di costume, critico teatrale, opinionista tuttologo, compie sessantacinque anni chiamando a sé, in una festa barocca e cafona, il campionario freaks di amici e conoscenti con cui ama trascorrere infinite serate sul bordo del suo terrazzo con vista sul Colosseo. Trasferitosi a Roma in giovane età, come un novello vitellone in cerca di fortuna, Jep rifluisce presto nel girone dantesco dell’alto borgo, diventandone il cantore supremo, il divo disincantato. Re di un bestiario umano senza speranza, a un passo dall’abisso, prossimo all’estinzione, eppure ancora sguaiatamente vitale fatto di poeti muti, attrici cocainomani fallite in procinto di scrivere un romanzo, cardinali-cuochi in odore di soglio pontificio, imprenditori erotomani che producono giocattoli, scrittrici di partito con carriera televisiva, drammaturghi di provincia che mai hanno esordito, misteriose spogliarelliste cinquantenni, sante oracolari pauperiste ospiti di una suite dell’Hassler. Jep Gambardella tutti seduce e tutti fustiga con la sua lingua affilata, la sua intelligenza acuta, la sua disincantata ironia.

ultimo capodanno– Martedì 19 Dicembre 2017 => “L’Ultimo Capodanno” (Italia – 1998), un film di Marco Risi. Con Antonella Steni, Alessandro Haber, Monica Bellucci, Piero Natoli, Marco Giallini.

Trama: Liberamente tratto dal romanzo L’ultimo capodanno dell’umanità di Niccolò Ammaniti. In un condominio romano un gruppo di persone si organizza per vivere al meglio il capodanno. C’è la donna tradita (la nudissima Bellucci), il marito sado-trasgressivo (Haber) e tanti esempi di umanità grottesca. Sembra tutto bello e normale, ma appena succede qualcosa di imprevisto, quando i freni cadono, allora è un disastro. Tutto diventa incomprensione e anche violenza.

Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21:30 con estrema puntualità.
Siate anche voi puntuali nel palesarvi.
Vi aspettiamo!

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Grotesque

Ottobre, tra l’avvento dell’autunno e la ricorrenza d’ognissanti, viene sempre identificato come il mese dell’oscuro e del convivio demoniaco. Ovviamente noi al Bukó sappiamo bene come alleggerire la carica di negatività che viene spesso attribuita a questo mese e, per farlo, abbiamo ideato una rassegna che intenda burlarsi dell’oscuro, pur sempre con dignità, e rifacendoci al concetto di grottesco.
I quattro film scelti sono molto dissimili fra loro ma hanno in comune l’idea secondo la quale non tutto quello che è oscuro è necessariamente pericoloso, pauroso e da prendere sul serio.

four rooms

– Martedì 03 Ottobre 2017 => “Four Rooms”, un film di Robert Rodriguez, Allison Anders, Quentin Tarantino, Alexandre Rockwell. Con Madonna, Valeria Golino, Bruce Willis, Tim Roth, Antonio Banderas.

Trama: Un decrepito albergo di Los Angeles è teatro degli episodi narrati dai quattro registi. Il filo conduttore è il portiere Tim Roth, agitato e “cartonesco”. Ha a che fare con una congrega di streghe, due bambini pestiferi, una coppia sadomaso e una scommessa riciclata da un telefilm di Hitchcock (quella del dito tagliato). Un film che può anche essere evitato.

piccola bottega orrori– Martedì 10 Ottobre 2017 => “La Piccola Bottega degli Orrori”, un film di Frank Oz. Con Rick Moranis, Vincent Gardenia, Ellen Greene, Steve Martin, James Belushi.

Trama: Un giorno – poco dopo un’eclisse solare – il timido Seymour Krelborn acquista da un cinese una strana pianta mai vista prima credendo di giovare alla pubblicità del negozio del fioraio Mushnik presso il quale lavora come commesso. Ma la pianta è un alieno carnivoro che si muove, parla e mira segretamente a moltiplicarsi per invadere il mondo. Il mostruoso vegetale ricatta Seymour costringendolo a procurargli sangue (il suo) e cibo (una delle vittimeè l’arrogante e sadico dentista Orin Scrivello che cerca di soffiargli la fidanzata Audrey) ma quando il giovane si rende conto del pericolo che incombe sull’umanità lo affronta e lo distrugge in un epico duello. Tornata la serenità, Seymour va a vivere con la sua amata in una casetta accogliente senza sospettare che nel piccolo giardino sta spuntando l’ultimo germoglio della diabolica pianta.
Tratto dal musical di Howard Ashman e Alan Menken del 1982 – a sua volta ispirato alla pellicola di Roger Corman del 1960 (The Little Shop of Horrors) – il film di Oz è una delle numerose produzioni di lusso sfornate ad Hollywood negli anni ’80 con il preciso intento di riempire le sale e sbancare il botteghino. Divertente e costruito con indubbia professionalità, conta su un cast di grande richiamo, piacevoli numeri musicali, effetti speciali di buona fattura e un originale (talora eccentrico) gioco di inquadrature.A quanto si dice, il film sarebbe stato offerto a Steven Spielberg, Martin Scorsese e John Landis prima di essere affidato a Frank Oz.
storie pazzesche– Martedì 17 Ottobre 2017 => “Storie Pazzesche”, un film di Damián Szifron. Con Ricardo Darín, Oscar Martínez, Leonardo Sbaraglia, Erica Rivas, Rita Cortese.

Trama: Un uomo decide di vendicarsi di tutti quelli che gli hanno fatto del male riunendoli in un luogo improbabile; un gangster capita per caso nel diner dove lavora la figlia di una delle sue vittime; un diverbio fra automobilisti si trasforma in un massacro grandguignolesco; un ingegnere vessato dalle multe trova il modo di vendicarsi; un incidente automobilistico dà il via ad una gara fra avvoltoi; un matrimonio da favola sfocia in un’escalation di insulti e ricatti.
storie pazzesche_2Storie pazzesche è un buon esempio del lato commerciale (ma non privo di cura registica) del nuovo cinema argentino e riflette sui mostri della modernità lasciandosi dietro un retrogusto amaro. L’imprinting della commedia all’italiana è fortissimo, ma rispetto ai film comici a episodi prodotti in Italia in tempi recenti Storie pazzesche rimane saldamente agganciata alla realtà del paese che racconta, e tanto i dialoghi quanto le svolte narrative mantengono un occhio alla contemporaneità e un orecchio al vero modo di esprimersi della gente.
Lo stile di regia dell’episodio sul matrimonio sembra ispirarsi a Reality di Matteo Garrone, la violenza in chiave satirica piacerebbe invece a Tarantino, e certe volgarità alla nuova commedia yankee del filone Una notte da leoni. Ma Storie pazzesche riesce a trovare una sua identità originale filtrando le varie influenze attraverso una discreta sensibilità autoriale. L’accento è sulla violenza e la brutalità ferina dei personaggi (di qui i ritratti di animali della giungla che appaiono dietro ai titoli di testa), ma anche sul potere di compressione di una società basata sulla sopraffazione e sulla disparità economica. Prodotto da Pedro Almodovar, Storie pazzesche (che significa storie selvagge), colora di ironia e di spunti polemici ogni situazione, e il cast riunisce il meglio del talento argentino attuale, a cominciare da Ricardo Darin che dà all’ingegnere stanco di subire la giusta sfumatura malinconica.
La colonna sonora, composta e arrangiata da Gustavo Santaolalla, fa da contrappunto tragicomico alle vicende narrate, e non disdegna gli excursus nel pop, da Flashdance a Lady lady lady. Il risultato è un mosaico della contemporaneità dolorosamente realistico anche quando vira verso i toni della farsa, del pulp e del kitch

kika– Martedì 24 Ottobre 2017 => “Kika”, Un film di Pedro Almodóvar. Con Rossy De Palma, Victoria Abril, Peter Coyote, Verónica Forqué, Bibì Andersen

Trama: Ramon, fotografo pubblicitario di biancheria intima, si trova di fronte alla morte della madre e di lì a poco subisce un attacco cardiaco che lo fa sembrare morto. Nicolas, amico della madre, fa intervenire la truccatrice Kika per prepararlo alle esequie. Ne nascerà un rapporto a tre (Nicolas/Kika/Ramon). Mentre Andrea (una giornalista televisiva così immersa nel proprio lavoro da essersi fatta innestare sulla testa una telecamera) è sempre alla ricerca di scoop per il suo programma “Il peggio del giorno”, kika_2Kika viene violentata da Paul, fratello della sua compagna di appartamento.
Almodovar non si risparmia niente in questo film che non è al vertice della sua filmografia anche se aggiunge un altro tassello alla sua esplorazione del cinema e, in fondo, di se stesso. Il problema sta proprio in quel ‘non risparmiarsi niente’, nel cedere alla tentazione un po’ automanierista di fare un film ‘alla Almodovar’. Ingredienti: grottesco, eccessi, situazioni esasperate, una dose di cattivo gusto. Mescolate tutto con cura e avrete un film come ve lo aspettate. La forza di Pedro invece sta altrove. Sta nello stupire. Anche qui lo fa, ma forse troppo poco perché sommerso da una sceneggiatura che ha troppi bersagli da colpire. Arriva comunque al centro con il personaggio di Andrea assurto a simbolo di una televisione-spazzatura che non si ferma dinanzi a nessun ostacolo e fa della volgarità dello sguardo la propria cifra stilistica e (ahimé) vincente. Non mancano poi le citazioni cinefile dispensate a piene mani. Arricchiscono cerebralmente il film ma, in qualche misura, lo raggelano.
Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30.
Siate puntuali nel palesarvi, noi lo saremo nel far iniziare lo spettacolo.
Al Bukó Circolo Virtuoso!

Amaro Amore A(m)mare

travolti2Finita (quasi) l’estate proponiamo una rassegna-cinema sul tema più caldo dell’estate: l’amore. Ma non quell’amore sempre e comunque a lieto fine o sempre felice o sempre facile da vivere. C’è anche l’amore amaro che si vive in riva al mare, dove il vento caldo e soffice può divenire anche tempesta. Con i quattro film che vi proponiamo vi invitiamo a fare un viaggio estivo, tra note d’amore a mare.

– Martedì 5 Settembre 2017 => “Amnèsia” (Italia Spagna – 2002), un film di Gabriele Salvatores. Con Diego Abatantuono, Sergio Rubini, Martina Stella, Bebo Storti, Alessandra Martines.

amnesiaTrama: Ibiza. Sandro è un regista di film porno a cui piomba tra capo e collo la figlia diciassettenne Luce. Lui se ne è sempre occupato poco ma, soprattutto, lei non sa qual è il lavoro paterno. È quindi necessario portare avanti la lavorazione dell’ultimo film cercando di non dare nell’occhio. Angelino gestisce un piccolo bar sulla spiaggia, smercia un po’ d’erba e sogna una casa e un figlio. Quando si trova tra le mani una valigetta con quattro chili di cocaina crede di poter cambiare vita. Il commissario dell’isola ha invece un figlio in costante rotta di collisione con lui dopo la morte della madre. Le vicende dei tre uomini si intrecciano.
amnesia2Se c’è qualcuno che soffre di una pericolosa amnesia sembra essere proprio il regista. Chi scrive ne è stato sostenitore convinto fino a Mediterraneo che, pur con i suoi difetti, reggeva fino allo stonato finale. Già con Puerto Escondido il controllo delle operazioni sembrava essere sfuggito di mano al regista in favore del primattore Abatantuono (debordante). Si imponeva una virata che si indirizzava prima alla fantascienza (Nirvana) con qualche pretesa di troppo e poi al grottesco dark di Denti. Ora, alla soglia dei cinquanta, Salvatores sembra dimentico del passato remoto e prossimo e mescola senza passione le accelerazioni visive di Sud al vecchio Diego che non può risparmiarsi la battuta a sfondo calcistico e le scenette da farsa di serie B per nascondere tette e culi dei suoi pornoattori all’innocente (?) figlioletta. Il tutto con reminiscenze messicane (alcune strade e zone aride sembrano le stesse) con l’immancabile (o quasi) droga.


morte a venezia2– Martedì 12 Settembre 2017 => “Morte a Venezia”
(Italia – 1971), un film di Luchino Visconti. Con Dirk Bogarde, Romolo Valli, Mark Burns, Nora Ricci, Marisa Berenson.

Trama: Risitazione in chiave viscontiana del famoso racconto di Thomas Mann. Siamo agli inizi del secolo. Gustav von Aschenbach, musicista tedesco di mezza età in grave crisi spirituale, si reca in vacanza a Venezia. Al sontuoso Hotel des Bains del Lido fa conoscenza con una numerosa famiglia aristocratica polacca e rimane fortemente colpito dalla presenza dell’efebico figlio maschio, un adolescente di nome Tadzio, nel quale Aschenbach sembra trovare quell’ideale estetico che ha tenacemente perseguito per tutta la vita. Il turbamento sempre più incontrollato che prova per il giovinetto gli impedisce di partirsene dalla città, minacciata da un’epidemia di colera che le autorità cittadine tentano con ogni mezzo di tener nascosta per non compromettere la stagione turistica. Aschenbach morirà solitario, su una sedia a sdraio davanti al mare, dopo aver salutato con lo sguardo per l’ultima volta l’inquietante Tadzio. Un’opera molto discussa del regista milanese, accusata da taluni di palese travisamento dell’originale ma da tutti lodata per la perfetta ricostruzione ambientale.

– Martedì 19 Settembre 2017 => “Il Postino” (Italia – 1994), un film di Massimo Troisi, Michael Radford. Con Massimo Troisi, Philippe Noiret, Maria Grazia Cucinotta, Linda Moretti, Renato Scarpa.

postinoTrama: Tratto dal romanzo Il postino di Neruda di Skarmeta. In un paesino del sud Italia giunge il poeta Pablo Neruda. Per il periodo in cui l’artista rimarrà sarà necessario un postino per consegnare la grande mole di lettere che arriveranno. Mario, che non ha nessuna voglia di fare il pescatore, decide di prendere al volo il temporaneo impiego. Piano piano riesce a fare amicizia con il poeta che lo aiuta nel corteggiamento di una bella ragazza e fa da testimone alle loro nozze. Quando Neruda potrà tornare in patria Mario ne soffrirà.

postino2L’ultimo film girato da Troisi prima della prematura morte. E con Ricomincio da tre è il suo migliore. Il regista Michael Radford (Another Time, Another Place, 1984) ha voluto dividere il merito con l’attore italiano. Troisi è riuscito, sulla sua pelle, a trasmettere gli stati d’animo del protagonista. Senza strafare, senza lunghi monologhi. Un atto d’amore verso il cinema. Inevitabilmente commovente.
Candidato a cinque Oscar, ne ha vinto uno minore.

travolti1– Martedì 26 Settembre 2017 => “Travolti da un Insolto Destino nell’Azzurro Mare d’Agosto” (Italia – 1974), un film di Lina Wertmüller. Con Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Eros Pagni, Isa Danieli, Riccardo Salvino.

Trama: Un marinaio siciliano comunista deve sottostare ai capricci della padrona, la viziata moglie di un industriale milanese, ma quando lo yacht naufraga in un’isola deserta lui si prende la sua rivincita. Dopo il salvataggio tutto tornerà come prima.

Tutte le proiezioni inizieranno con estrema puntualità alle ore 21:30.
Vi invitiamo ad essere puntuali per non perdervi nemmeno un minuto della nostra rassegna.

Fantasie Prossime

Fantasie Prossime

La prossimità di quel che la fantasia partorita dalla nostra mente ci può solo destabilizzare se si pensa poi a quanto quelle stesse fantasie abbiano trovato forma nella più recondita e poco realistica mente umana.
Quattro date con quattro film che danno un tantino l’idea della direzione della nostra società…non tanto lontana dalla fantasia o dalla fantascienza.

villaggio dannati– Martedì 7 Marzo 2017 => “Il villaggio dei dannati”, un film di John Carpenter (USA 1995), con Christopher Reeve, Linda Kozlowski, Michael Paré, Mark Hamill, Kirstie Alley.

Trama:
Un sonno improvviso stordisce l’intera cittadinanza di Midwich. Tempo dopo una decina di donne – tra le quali una sterile ed una vergine – scoprono di essere incinte. Gli scienziati ritengono si tratti di una xenogenesi, ma non sanno spiegare la causa del sonno collettivo. I bambini che nascono rivelano identico DNA e crescono, nel fisico e nell’intelligenza, più rapidamente dei loro coetanei, manifestando ben presto la capacità di essere in contatto telepatico ed una impressionante, totale assenza di emozioni. Il dottor Chaffey, “padre” di uno dei nati, assiste impotente ad una spirale di inaudita violenza provocata dagli indecifrabili adolescenti e deve piegarsi alla necessità, avvertita dalla polizia, di distruggerli. Recando con sé una valigia imbottita di esplosivo, si avvia ad un incontro con i ragazzi sforzandosi di pensare incessantemente ad un muro per impedire che loro riescano a leggere le sue intenzioni.

the road– Martedì 14 Marzo 2017 => “The Road”, un film di John Hillcoat (USA 2009), on Viggo Mortensen, Kodi Smit-McPhee, Charlize Theron, Robert Duvall, Guy Pearce.

Trama:
Sulla strada un uomo e un bambino procedono dietro a un carrello e dentro “una notte più buia del buio e un giorno più grigio di quello passato”. Una pioggia radioattiva ha spento i colori del mondo, una guerra o forse un’apocalisse nucleare ha terminato la natura e le sue creature: gli alberi cadono, gli uccelli hanno perso l’intenzione del volo, il mare ha esaurito il blu, gli uomini non sognano più e si nutrono di uomini e crudeltà. Dal passato verso un futuro che non si vede si muovono un padre e un figlio, resistendo alle intemperie e agli assalti dei disperati con due colpi in canna e il fuoco dell’amore. In viaggio verso sud, il genitore racconta al bambino la sua vita a colori, piena di musica e della dolcezza bionda di sua madre, inghiottita dalla notte e dalla paura di sopravvivere. Lungo la strada il ragazzo esplorerà la propria umanità, imparando la conoscenza del bene e del male.

moon– Martedì 21 Marzo 2017 => “Moon” (Gran Bretagna 2009), un film di Duncan Jones. Con Sam Rockwell, Kevin Spacey, Dominique McElligott, Kaya Scodelario, Matt Berry.

Trama: L’energia sulla Terra non è più un problema, la Lunar ha trovato il modo di generarne in maniera pulita e non dannosa sfruttando il materiale di cui sono composte le rocce presenti sul lato oscuro della Luna. A sorvegliare il lavoro dei macchinari è stata posta una base sul satellite naturale della Terra abitata unicamente da un computer tuttofare dalla voce umana e da un uomo, solo, quasi arrivato al termine dei suoi tre lunghissimi anni di contratto e sempre più vittima degli scherzi che stanchezza e solitudine gli procurano. Sarà un incidente quasi mortale a scardinare il meccanismo di inganni che si cela dietro il suo lavoro mettendolo a contatto inaspettatamente con un altro se stesso.

figli_degli_uomini_n_1– Martedì 28 Marzo 2017 => “I Figli degli uomini” (Gran Bretagna – USA 2006), un film di Alfonso Cuarón. Con Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Chiwetel Ejiofor, Charlie Hunnam.

Trama: 2027. In un futuro non troppo distante, in cui il mondo non può più procreare, l’Inghilterra rimane unica zona franca, per non confrontarsi con le guerriglie urbane. Theo (Clive Owen), rapito da Julian (Julanne Moore), una donna attivista amata in passato, ha una grande responsabilità. Dovrà condurre salva una giovane donna fino a un santuario sul mare, e dare la possibilità al mondo di evitare l’estinzione.

Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30…con estrema puntualità!
Siate anche voi puntuali nel palesarvi!

Presso il Bukó Circolo Virtuoso
Via Stanislao Bologna 30
Benevento

HAPPY NOIR

Happy Noir è una piccola rassegna sul cinema Noir come non l’avete mai vista.

noirSi comincia con Rope, conosciuto come nodo alla gola di Hitchcock. È uno dei film meno conosciuti di Hitchcock ma presenta tutti i temi classici di un genere che lo stesso Hitchcock ha aiutato a canonizzare, anche se in questo caso ciò che manca è il mistero poiché l’omicidio avviene gratuitamente, tutto avviene a carte scoperte. È una doppia sfida per Hitchcock perché per la prima volta si confronta sia col colore e perché cerca di perfezionare la tecnica di adattamento al cinema di un testo teatrale.

Il 17 è il turno di un grande classico, il grande sonno di Hanks. Adattamento del romanzo di Raymond Chandler accompagnato da un’ammaliante Lauren Bacall. È la pellicola che ha messo l’impermeabile addosso ad Humphrey Bogart. Tutto segue le regole del cinema narrativo classico. Seguiamo le indagini di Christopher Marlowe detective privato dalla pallottola facile e dalla lingua lunga.

noir2Il 24 tutto viene ribaltato con invito a cena con delitto di Robert Moore in cui i temi tipici del giallo (soprattutto quelli dei film dei precedenti incontri) vengono sviscerati e trasformati in satira. Alla cena sono invitati gli investigatori più iconici del cinema e della letteratura, il loro compito: scoprire l’assassino. Niente è come sembra.

Ogni genere ha i suoi estimatori e Curtis Hanson nel 1997 decide di adattare il romanzo di James Ellroy riprendendo tutti i temi principali di quel cinema, sceglie un cast eccezionale come Russell Crowe, Kevin Spacey e Danny DeVito. Il lavoro di Hanson oltre a essere un perfetto affresco di quegli è un thriller studiato bene, svecchiato dalle cupe atmosfere pulp.
Un buon modo per cominciare l’anno cinematografico.
Happy noir a tutti voi!

rope– 10 Gennaio 2017=> Nodo Alla Gola (USA – 1948), un film di Alfred Hitchcock. Con James Stewart, Farley Granger, John Dall, Cedric Hardwicke, Constance Collier.
Trama:
Due giovani bene uccidono un amico. Nascondono il corpo in una cassapanca e poi hanno il coraggio di dare un party nel salotto stesso (tra gli invitati ci sono i genitori del defunto). Nessuno sospetta, tranne un professore, che a party terminato, mette alle strette i due assassini e li fa confessare.

il-grande-sonno-g– 17 Gennaio 2017 => Il Grande Sonno (USA – 1946), un film di Howard Hawks. Con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Dorothy Malone, John Ridgely, Martha Vickers.
Trama:
Philip Marlowe, ex poliziotto e investigatore privato di Los Angeles, viene convocato dal vecchio milionario Sternwood per indagare sul ricatto subito dalla figlia minore Carmen. La sorella maggiore, Vivian, è invece più interessata a sapere che fine abbia fatto Sean Regan, ex membro dell’Ira ed ex contrabbandiere, assunto da Sternwood per risolvere i problemi creati dalle due figlie. Nel giro di poche ore, Marlowe trova Carmen in compagnia del cadavere del ricattatore, mentre qualcuno elimina l’autista degli Sternwood. L’investigatore comincia le indagini da una libreria che funge da paravento per attività illecite e si trova a scoperchiare una storia di gangster, gioco d’azzardo e omicidi. Tutti pensano che Marlowe sappia più di quello che sa e il detective sta al gioco, anche se il metodo può rivelarsi molto rischioso. E, sbrogliando le diverse trame intrecciate tra loro, riesce a scoprire la verità, per quanto amara. Non è la prima volta che Marlowe viene portato sullo schermo e non sarà l’ultima: le opere di Raymond Chandler forniranno materiale al cinema e alla televisione per decenni.

invito-a-cena-con-delitto– 24 Gennaio 2017 => Invito a Cena con Delitto (USA – 1976), un film di Robert Moore. Con David Niven, Peter Falk, Eileen Brennan, Peter Sellers, Maggie Smith.
Trama:
Un miliardario organizza nel suo castello una cena con assassinio; sfida per l’occasione cinque famosi detectives alla ricerca del colpevole.
MSDLACO EC034– 31 Gennaio 2017 => L.A.Confidential (USA – 1997),un film di Curtis Hanson. Con Danny DeVito, Kim Basinger, Russell Crowe, Kevin Spacey, Guy Pearce.
Trama:
Da un romanzo di James Ellroy. Los Angeles anni Cinquanta. In un distretto di polizia lavorano agenti di ogni specie: chi pensa a fare arresti alla presenza della televisione, chi è violento, chi vuole far carriera. E poi c’è un ricco maniaco che gestisce un mercato di prostitute sosia di dive del cinema. Kim Basinger interpreta la sosia di Veronica Lake, la bionda compagna di Alan Ladd in tanti film. I nodi sono molti: la droga che scompare dai sotterranei della polizia, vecchie storie che tornano a galla, un boss della malavita che deve essere sostituito. Non ci sono poliziotti buoni, solo meno cattivi degli altri. Alla fine comunque i meno cattivi l’hanno vinta. Operazione riuscita, ottima regia anche se il grande Ellroy tutto facilita. Per chi ama i thriller con tanti cerchi concentrici che si aprono e si chiudono continuamente, per chi ha voglia di non perdere una battuta e un nome proprio (e sono tanti) questo è un film dai forti sapori antichi. Sì, la Los Angeles di Philiph Marlowe: c’è anche quella.

 

Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30…puntualissime.
Siate anche voi puntualissimi nel palesarvi.
Ciao, bella gente!

Tutto in famiglia

Tutto in Famiglia

parenti-serpenti2Si avvicina il clima natalizio che fa riavvicinare anche i cuori delle persone che si vogliono bene, che fa chiudere le famiglie in un cerchio di gioia e di serenità. Quelle stesse famiglie che spesso e volentieri nascondono intrighi, problemi o segreti che difficilmente vengono fuori se non raccontati tramite una pellicola.
Tre film pensati per questo scopo: raccontare come i panni sporchi vengono lavati in famiglia!

cruel_intentions– Martedì 06 Dicembre 2016 => “Cruel Intentions” (USA – 1999), un film di Roger Kumble. Con Reese Witherspoon, Selma Blair, Ryan Phillippe, Sarah Michelle Gellar, Joshua Jackson.

Trama:
Bizzarra idea trasferire le Liason Dangergereuses di De Laclos, che hanno già avuto più versioni in costume, nella Manhattan contemporanea, nell’Upper East Side, tra adolescenti destinati a diventare Bobos. Ma Kumble vince la scommessa, così come funziona la scommessa sessuale, perdita di verginità contro Jaguar, che sta alla base del soggetto. Un cast convinto e convincente, facce giuste, mano sicura nella direzione per un successo di nicchia. Lo spirito felice del Settecento, cinico e appassionato, si trasferisce perfettamente alla New York contemporanea.

mommy– Martedì 13 Dicembre 2016 => “Mommy” (Francia, Canada – 2014), un film di Xavier Dolan. Con Anne Dorval, Suzanne Clément, Antoine-Olivier Pilon.

Trama:
Diane è una madre single, una donna dal look aggressivo, ancora piacente ma poco capace di gestire la propria vita. Sboccata e fumantina, ha scarse capacità di autocontrollo e ne subisce le conseguenze. Suo figlio è come lei ma ad un livello patologico, ha una seria malattia mentale che lo rende spesso ingestibile (specie se sotto stress), vittima di impennate di violenza incontrollabili che lo fanno entrare ed uscire da istituti. Nella loro vita, tra un lavoro perso e un improvviso slancio sentimentale, si inserisce Kyle, la nuova vicina balbuziente e remissiva che in loro sembra trovare un inaspettato complemento.
C’è spazio per una persona sola nei fotogrammi di Mommy. Letteralmente.

maps-to-the-stars– Martedì 20 Dicembre 2016 => “Maps to the stars” (Canada, USA – 2014), un film di David Cronenberg. Con Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Robert Pattinson, Olivia Williams.

Trama:
Benjamin è un bambino prodigio, star di un a serie di film comici per tutta la famiglia che si atteggia ad adulto e possiede tutte le nevrosi e l’arroganza del navigato performer. La sua famiglia è formata da un padre psicologo dai metodi poco ortodossi e da una madre che ne asseconda le manie. Contemporaneamente una delle clienti del padre è un’attrice di poca fortuna, figlia a sua volta di una nota stella del cinema che forse potrà interpretare il ruolo di sua madre. Dietro richiesta di Carrie Fisher nella sua vita arriva una ragazza con il volto sfregiato da un’ustione, innamorata di un autista che sogna di fare l’attore. La ragazza vorrebbe lavorare come assistente ma da quando si presenta cominciano anche strane visioni.

Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30…puntualissime!
Siate anche voi puntuali nel palesarvi.

Amore e Morte

amore-e-morteAmore e Morte
– Storie amare e d’amore –

La Morte, la Morte, la Morte che arriva,
La Morte schifosa, la Morte lasciva.
La Morte che vola, la Morte normale,
che cela pietosa del mondo ogni male.
La Morte che vive, la Vita che muore,
la Morte, la Morte, la Morte e l’Amore;
che aspettano insieme il Grande Giudizio
e non hanno mai fine, non hanno mai inizio.

L’intreccio tra morte e amore, eterno, costante, tragico ma reale,
spesso sottovalutato,
poco elogiato,
molto condannato…
qualcosa di indiscutibilmente dannato!
Con quattro film al Circolo Virtuoso Bukó vi faremo vivere una mini-squenza di questo sacro e trascendentale intreccio.

joeblack– Martedì 08 Novembre 2016: Vi presento Joe Black (Germania 2009), un film di Martin Brest. Con Brad Pitt, Anthony Hopkins, Claire Forlani, Jake Weber, Marcia Gay Harden.

Trama: William Parrish è un miliardario che sente voci inspiegabili. La spiegazione c’è: è arrivato nella sua villa il bel Joe Black. Sua figlia Susan se ne innamora subito, ma nessuno sa che si tratta dell’Angelo della Morte venuto a prendere William. Va però prima salvaguardata l’azienda di famiglia che il subdolo Drew vorrebbe sottrargli. Brad ormai può fare di tutto, anche il killer più attivo al mondo in un film decisamente troppo lungo. Hopkins, anche lui, può permettersi di tutto e di più.

wristcutters_2– Martedì 15 Novembre 2016: Wristcutters (USA – 2006), un film di Goran Dukic. Con Patrick Fugit, Shea Whigham, Shannyn Sossamon, Tom Waits, Will Arnett.

Trama: La storia vede i suoi protagonisti uniti in un particolare: sono tutti suicidi! I “wristcutters” (letteralmente “coloro che si sono tagliati i polsi”) vivono una vita parallela alla nostra in un mondo a loro dedicato, ai limiti del grottesco in cui cercano di sopportare il loro status tra cicatrici esteriori ed interiori. Un viaggio nell’aldilà che sembra un’aldiqua.

nonbuttiamocigiu– Martedì 22 Novembre 2016: Non buttiamoci giù (Gran Bretagna – 2013), un film di Pascal Chaumeil. Con Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul, Imogen Poots, Rosamund Pike.

Trama: Martin, Maureen, Jess e J.J. si ritrovano la notte di capodanno in cima ad un palazzo. Non si conoscono ma sono lì tutti per il medesimo motivo: tentare il suicidio. La presenza di altre persone inibisce tutti e quattro, spingendoli a rinunciare e a stringere un legame basato sulle comuni difficoltà. Uniti dal desiderio di non ricadere nel baratro della voglia di morire cominciano a frequentarsi, vanno in vacanza insieme per sfuggire alla pressione che i media, accortisi della loro storia strappalacrime, pone loro ma al ritorno nulla sembra essere come prima.
nonbuttiamocigiu2Adattato da un romanzo di Nick Hornby questo film di Pascal Chaumeil sembra rendere il servizio peggiore alla parola dello scrittore inglese, abitualmente saccheggiato dal cinema, presentandosi immediatamente come il peggior adattamento da una sua opera. Goffo nel procedere e puerile nello sviluppare personaggi incoerenti che si muovono in situazioni strabiche, Non buttiamoci giù non solo non serve il suo intento ma riesce a cadere in tutte le trappole più rischiose di un argomento spinoso. Raccontare il suicidio (o meglio l’istinto suicida) in una commedia non è cosa facile e Non buttiamoci giù ne è la perfetta dimostrazione. I quattro protagonisti, stretti tra loro dal legame creato dalla comune volontà di farla finita in una notte di capodanno, si comportano come vecchi amici in libera uscita, felici e spensierati attraversano piccoli drammi o storie d’amore e tradimento ricordando solo a tratti, in stonati momenti drammatici, di essere degli ex-suicidi. La contaminazione della commedia non riesce a bilanciare il sottofondo serio e drammatico, snaturandolo ogni 5 minuti, in una costante incapacità di mescolare i toni e i registri. In questo non aiuta per niente l’idea di dividere il film in capitoli, ognuno con il nome di un personaggio e lasciando ad esso la narrazione di quel tratto. La suddivisione infatti è solo una facciata che regge i primi 5 minuti dopo la comparsa del nome del capitolo, passato quell’attimo il film continua a procedere come nulla fosse, senza aver cambiato punto di vista e senza porre maggior attenzione su quel personaggio, come se si trattasse di una frammentazione posticcia, aggiunta a film ormai terminato. Sensazione che ben descrive anche il resto delle soluzioni del film. Nonostante avesse dimostrato con Il truffacuori un talento non comune per la commedia, Pascal Chaumeil non riesce a replicare il tocco lieve e anzi sembra usare pennelli ancora più grossi per questa storia, rifiutando di cesellare scene e tratti della personalità a favore di un’esagerata esibizione di gioia di vivere, giustapposta a discorsi sul desiderio di morte. E come spesso avviene quando un film sbaglia totalmente tono e registro lentamente ogni componente vira verso il peggio, anche gli attori più navigati e le scene di sicuro impatto. Dalle musiche, alle battute fino anche allo stile di recitazione dei singoli attori, tutto grida commedia a gran voce (e nemmeno una dalla scrittura raffinata), mentre la trama e la storia individuale dei personaggi imporrebbero una contaminazione più raffinata e meno urlata, l’ironia al posto della grossolana comicità.

 

soffio1– Martedì 29 Novembre 2016: Soffio (Corea del Sud – 2007), un film di Kim Ki-Duk. Con Chen Chang, Park Ji-a, Ha Jung-woo, Hang In-Hyung, Kim Ki-duk.

Trama: Una giovane madre in crisi coniugale (il marito la tradisce) si innamora di un detenuto condannato a morte che ha tentato di suicidarsi. Riesce a incontrarlo nel parlatorio sconvolgendo i suoi sentimenti e suscitando reazioni nei suoi compagni di cella uno dei ne quali ne è geloso. Il marito scopre quanto sta accadendo e cerca di recuperare il rapporto.
soffioKim Ki-Duk ha ormai acquisito una capacità produttiva e realizzativa invidiabile. Riesce a realizzare in tempi brevissimi film che non mancano mai di stupire piacevolmente il pubblico del cinema di qualità anche se la critica internazionale, dopo averlo scoperto e promosso, sta progressivamente prendendone le distanze. Forse perché il suo è un cinema troppo personale (nel senso più pieno del termine) per continuare a piacere a lungo a chi cerca la novità per la novità. Il conflitto tra l’amore e la passione che si fa tutt’uno con il sesso, tra lo spirito e la carne che sembra a volte pretendere la violenza sono problemi che attraversano tutto il suo modo di fare cinema e che anche in questa occasione si ripropongono.

Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30…puntualissime!
Siate anche voi puntuali nel palesarvi.

CuCinema

CuCinema
Cibo per l’anima –
È ottobre, sono arrivate le sere uggiose che i cinefili aspettavano già da un po’. E allora mettiamoci comodi, con un buon bicchiere di vino e qualcosa di gustoso da mangiare, perché si mormora che il cinema si sia spostato in cucina (o che sia la cucina ad entrare nel cinema). Per un gustoso gioco linguistico, la rassegna di questo mese s’intitola CuCinema. I film che abbiamo scelto per voi esplorano il mondo del cibo, come e dove lo si fa, come e dove lo si consuma, lo si coltiva o lo si usa. Il cibo è uno spunto, fonte ispirativa ma soprattutto piacere per palato, olfatto e, in questo caso, soprattutto vista.
In Soul Kitchen la rivendicazione orgogliosa di un cuoco folle perché licenziato o licenziato perché folle.
In Pomodori verdi fritti scatena un momento passionale tra due donne tanto affascinanti quanto anticonformiste.
Ne Il giardino dei limoni è un diritto calpestato.
Infine in Caramel è un inusuale modo di epilazione tutto al femminile.
Non ci resta che augurarvi buona visione, o forse dovrei dire: “buon appetito”?

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– Martedì 04 Ottobre 2016: Soul Kitchen (Germania 2009), un film di Fatih Akin. Con Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Birol Ünel, Anna Bederke, Pheline Roggan.

soulkitchenTrama: Ad Amburgo, un cuoco di origine greca, Zinos, gestisce un infimo ristorante denominato Soul Kitchen. La clientela abituale sono i rozzi abitanti della periferia, interessati solo a tracannare birra e ingurgitare piatti surgelati o preconfezionati. Dentro e fuori dal Soul Kitchen ruota tutto il microuniverso di Zinos e relativi problemi: l’ambiziosa e viziata fidanzata Nadine è una giornalista rampante in partenza per la Cina, il fratello Illias un ladruncolo in libertà vigilata con il vizio del gioco, la cameriera Lucia è aspirante artista che vive in un appartamento occupato abusivamente e un vecchio compagno di scuola, Neumann, è disposto a tutto pur di comprare il locale e rilevarne il terreno. Un’ernia al disco improvvisa impone a Zinos delle sedute di fisioterapia e gli inibisce l’uso cucina, così che viene assunto un nuovo cuoco esperto di haute cuisine che, dopo uno scetticismo iniziale, trasforma il ristorante in un locale molto in voga capace di offrire buon cibo e musica soul.Fatih Akin è un abile deejay del mondo del cinema, un giovane autore che ha saputo costruire un suo linguaggio melodico a partire da un’antologia di stili della New Hollywood di Scorsese, Schlesinger e Bob Rafelson.
soulkitchen_1Questa eredità del cinema americano moderno, con la quale aveva finora raccontato i margini di una società multiculturale in pieno dissidio, pervade anche nell’atmosfera conviviale e disinvolta di Soul Kitchen. Cimentandosi con una vera commedia edificante, il giovane regista turco-tedesco mette da parte il tema del viaggio e delega il percorso di emancipazione sociale e di ricerca delle origini, alla musica (come nel documentario Crossing the Bridge) e all’elogio dell’edonismo. Akin pone attenzione ai corpi e ai loro bisogni primari: dal cibo al sesso, dall’alcool alla danza (passando per il mal di schiena), così che i suoi personaggi, liberati dalla necessità di affrancarsi dal proprio retaggio culturale, agiscono nel nome di un puro principio di piacere. Allo stesso modo, punta all’occhio e al ventre dello spettatore: costruisce il suo film come un piatto sofisticato di nouvelle cuisine, o meglio, come una playlist di musica accattivante, facendo molta attenzione a creare mediante una serie di gag fisiche una sinergia fra movimenti dei personaggi, movimenti di macchina e ritmo dei brani della colonna sonora. È una strategia molto furba e molto ricercata, elaborata da un regista che ha già compreso le tendenze del nuovo cinema della post-globalizzazione (vedi The Millionaire): le storie che intrecciano società multietniche, una regia dinamica, buona musica e un lieto fine sono destinate a vendere (e incassare) in tutto il mondo.

– Martedì 11 Ottobre 2016: Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno) (USA 1991), un film di Jon Avnet. Con Kathy Bates, Mary Stuart Masterson, Mary-Louise Parker, Jessica Tandy, Cicely Tyson.

pomoverdi_1Trama: L’anziana Ninny dà una lezione di vita alla triste e in sovrappeso Evelyn, una casalinga non molto felice. Le narra infatti la storia tra due donne: Ruth e Idgie, entrambe desiderose di indipendenza (una dal marito e una dalle coercizioni). Queste ultime negli anni Trenta gestivano il Whistle Stop Cafè, dove una delle specialità erano pomidoro verdi fritti. C’è di mezzo anche un omicidio. Buono il cast, in evidenza soprattutto le due vincitrici di Oscar, Jessica Tandy e Kathy Bathes. Il film però non convince del tutto per la sua natura poco equilibrata di commedia-dramma-giallo. Negli Stati Uniti ha raggiunto un incasso di 100 miliardi di lire.

– Martedì 18 Ottobre 2016: Il giardino di limoni (Francia 2008), un film di Eran Riklis. Con Hiam Abbass, Ali Suliman, Doron Tavory, Rona Lipaz-Michael, Tarik Kopty.

giardinolimoniTrama: I vicini di casa possono essere molto invadenti. Quando poi si tratta del Ministro della Difesa israeliano, non parliamone. Salma è palestinese, vive da sola in Cisgiordania nella casa di sempre, ha un figlio in America e un marito in Paradiso. La sua unica preoccupazione è la cura del giardino di limoni che ha ereditato dalla famiglia, delizia per il sostentamento ma croce per il nuovo vicino di casa, il ministro Navon, che vede negli alberi di Salma, un ottimo nascondiglio per progettare attacchi terroristici. Gli alberi vanno abbattuti ma Salma non vuole rinunciare ai suoi limoni e, con l’aiuto del giovane avvocato Ziad e il sostegno a distanza di Mira, la moglie del ministro, inizierà una battaglia legale senza fine.Dopo aver affrontato il dramma del conflitto tra Israele e Siria nel precedente La sposa siriana, Riklis ritorna sullo stesso tema ma cambia il punto di vista. Se prima era il matrimonio, simbolo di unione pacifica per eccellenza, a portare con sé le conseguenze tragiche di una guerra in corso, ora sceglie una discordia tra vicini di casa. E quando si vive in Cisgiordana, a due passi dal confine israeliano, non è mai solo una bega condominiale. Qui lo sguardo delle due donne antagoniste, una israeliana e l’altra palestinese, sorregge il peso della Storia: Salma è una donna umile, legata radicalmente al fluire della natura, che la rincuora dandole il frutto della sua pazienza e del suo amore e Mira ha abitudini occidentali, è molto curata e, come spesso accade alle mogli dei politici, si occupa di organizzare lussuose feste di ricevimento. I limoni di Salma fanno parte della sua persona, vivono nel ricordo dei genitori e del marito defunto. Nella lettera del ministro, inviata per “suggerirle” di sradicare gli alberi, è racchiusa la diversità tra i due contendenti: l’avviso è scritto in ebraico e Salma non sa leggerlo. I caratteri grafici di una lingua che la donna non parla e non sa decifrare, sono metafora di una mentalità molto diversa dalla sua. Quelle lettere che lei non sa comprendere sono il codice da interpretare per confrontarsi con l’Altro, con il persecutore; per arrivare a un compromesso pur sapendo benissimo che, per onorare se stessa e le sue origini, non dovrà cedere ad alcun tipo di risarcimento. Se il giardino di limoni non esistesse più, scomparirebbe anche lei.Oltre il recinto che separa Salma, territorialmente e umanamente, dalla villa di Navon, Mira, da un punto privilegiato d’osservazione, la guarda e ne scruta i movimenti. Entrambe soffrono, tutte e due si scoprono più simili di quello che l’apparenza sembrerebbe dettare. A farle sentire vicine è un sorriso, una complicità che non ha ancora nome, una mesta solidarietà che, se trovasse lo spazio per esprimersi, o avesse forza sufficiente, umilierebbe facilmente la stoltezza della politica. Una lezione umana che il film sottolinea in ogni passaggio narrativo, con lunghi primi piani sugli sguardi delle due donne, andando a creare un filo invisibile che unisce i destini di entrambe.La costruzione del muro di Israele, il recinto del giardino di limoni, il coprifuoco che blocca la strada sono le immagini di una sceneggiatura ostinata che vuole togliere le barriere, fisiche e spirituali, di un conflitto senza fine. Il regista mostra i limiti da superare, presenta i personaggi nella loro temeraria avanzata verso una pace impossibile. Ma nella lunga messa in scena delle due parti in lotta, la narrazione si irrigidisce un po’ in uno schematismo che fatica a trovare soluzioni: i personaggi si muovono ma rimangono fermi, non c’è mai un avvicinamento concreto e ogni passo fatto in avanti corrisponde a uno scalino verso un nuovo distacco. Anche l’affetto dell’avvocato difensore è un’altalena che gira a vuoto. La natura, nel frattempo, fa il suo corso, i limoni, senza il nutrimento dell’acqua, cominciano a cadere a terra per non risollevarsi più. Come Salma, vittima di un potere troppo forte che, togliendole le radici, la fa scomparire lentamente, senza darle aiuti per rialzarsi.

caramel_1– Martedì 25 Ottobre 2016: Caramel (Francia Libano 2007), un film di Nadine Labaki. Con Nadine Labaki, Yasmine Al Masri, Joanna Moukarzel, Gisèle Aouad, Adel Karam.

Trama: A Beirut, alcune donne lavorano in un istituto di bellezza: Layale (Nadine Labaki), innamorata di un uomo sposato, Nisrine (Yasmine Al Masri), che sta per sposarsi e non sa come dire al futuro sposo che ha già perduto la verginità, Rima (Joanna Moukarzel), che non riesce ad accettare di essere attratta dalle donne, Jamale (Gisèle Aouad), ossessionata dall’età e dal fisico, e infine Rose (Siham Haddad), che ha sacrificato i suoi anni migliori e la sua felicità per occuparsi della sorella Lili (Aziza Semaan). caramel_2-jpgNel salone, tra colpi di spazzola e cerette al caramello, si parla di sesso e maternità, con la libertà e l’intimità propria delle donne.Nadine Labaki, insieme protagonista e regista del film, ci propone un affresco sulle donne, che non mancherà di andare dritto al cuore delle spettatrici, ma non solo. Un acquerello a tinte delicate, mai volgari, che tratta però temi di scottante attualità: la guerra, la convivenza tra cristiani e musulmani, il mischiarsi di abitudini ed etnie differenti. Stupiti, contempliamo come i problemi del mondo femminile siano sempre gli stessi, anche se il progresso sembra essersi fermato agli anni ’80. Le donne fanno scudo, insieme, per affrontare le difficili realtà da cui sono circondate ed assalite.Con colori e fotografia degni dei pittori fiamminghi, Labaki poggia lo sguardo sulle dolci malinconie quotidiane, senza cadere nello scontato o nello stucchevole, e riuscendo a raccontare ben sei storie in una sola, senza che nessuna prenda il sopravvento. Narra attraverso gli occhi, i suoni, gli odori, in modo così pregnante da convincerci di poter toccare e assaporare, come se fossimo realmente immersi nell’atmosfera della ben bilanciata sceneggiatura.Una parola a parte va indubbiamente spesa per la colonna sonora, dosata con saggezza, sempre presente e non stancante, che non mancherà di far ricordare il suo autore, Khaled Mouzanar.

Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30…puntualissime!
Siate anche voi puntuali nel palesarvi.

Che razza di Sport!

A Giugno nei nostri meandri, troverete quattro film in rassegna che raccontano il duro rapporto esistito nella storia (e purtroppo ancora esistente) tra il mondo dello sport e il razzismo. Quattro film che raccontano la storia di alcuni campioni che, prima di combattere sul ring o di ambire alla vittoria in campo, hanno dovuto affrontare il pregiudizio e l’intolleranza razziale.

gloryroad– Martedì 6 Giugno 2016 => “Glory Road”, un film di James Gartner. Con Josh Lucas, Derek Luke, Austin Nichols, Mehcad Brooks, Alphonso McAuley.

Trama: Nel 1965 l’allenatore Don Haskins, affidandosi esclusivamente all’abilità degli atleti e senza tener conto dei fermenti politici e razziali in atto, mette insieme un team composto esclusivamente da giocatori afroamericani. Grazie al suo coraggio, la misconosciuta squadra di basket della Texas Western University riuscirà a vincere il campionato NCAA del 1966.

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Pictured: Alphonso MacAuley, Mitch Eakins, James Olivard, Sam Jones III, Mechad Brooks, Austin Nichols, Schin A.S. Kerr (obscured) Josh Lucas, Kip Weeks, Damaine Radcliff

Ispirandosi a una storia vera, l’esordiente James Gartner offre a Josh Lucas (Poseidon) il volto del leggendario allenatore americano e costruisce un godibile e movimentato film che piacerà agli appassionati della pallacanestro e degli anni Sessanta, soprattutto grazie ad una colonna sonora fatta di celebri pezzi d’epoca, come per esempio “Twist and shout” degli Isley Brothers.

Prodotto da Jerry Bruckheimer, il film è lontano dall’intensità del cinema morale e indipendente dello Spike Lee di He got game, anch’esso ambientato sul campo da pallacanestro, ma è comunque capace di tratteggiare un ritratto corale coerente e ricco di sfumature, grazie anche a una ricca galleria di personaggi secondari.

 

Invictus– Martedì 14 Giugno 2016 => “Invictus”, un film di Clint Eastwood. Con Morgan Freeman, Matt Damon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern, Julian Lewis Jones.

Trama: Nelson Mandela è il presidente eletto del Sud Africa. Il suo intento primario è quello di avviare un processo di riconciliazione nazionale. Per far ciò si deve scontrare con forti resistenze sia dalla parte dei bianchi che da quella dei neri. Ma Madiba, come lo chiamano rispettosamente i suoi più stretti collaboratori, non intende demordere. C’è uno sport molto diffuso nel Paese: il rugby e c’è una squadra, gli Springboks, che catalizza l’attenzione di tutti, sia che si interessino di sport sia che non se ne occupino. Perché gli Springboks, squadra formata da tutti bianchi con un solo giocatore nero, sono uno dei simboli dell’apartheid. Mandela decide di puntare proprio su di loro in vista dei Mondiali di rugby che si stanno per giocare in Sudafrica nel 1995. Il suo punto di riferimento per riuscire nell’operazione di riunire la Nazione intorno alla squadra è il suo capitano François Pienaar.

invictus1Negli Stati Uniti all’uscita del film c’è chi ha affermato che il nome del protagonista si scriveva Mandela ma si pronunciava Obama. Chi la pensa così evidentemente non conosce nulla di Clint Eastwood. Clint è un repubblicano nel DNA, ha fatto campagna per McCain e attende gli esiti dell’Amministrazione democratica con una fiducia guardinga. Eastwood però è un conservatore illuminato e con il suo cinema ormai da tempo persegue una ricerca nel profondo degli elementi che possono, senza che nessuno perda la propria identità di base, provare a conciliare gli opposti. Lo ha fatto (solo per stare nel breve periodo) con Million Dollar Baby , con Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima e, in modo ancor più esplicito e rivolto al grande pubblico, con Gran Torino .
In Invictus trova in Mandela (e in un totalmente mimetico Morgan Freeman) una sorta di supporto storico alla sua ricerca. Ciò che racconta non è frutto della fantasia di uno sceneggiatore ma trae origine dai fatti narrati nel libro di John Carlin “Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game That Made a Nation”. Eastwood ne trae un film assolutamente classico sia per quanto riguarda lo stile visivo sia per quanto attiene ai due generi consolidati (biografia e cinema e sport) a cui fa riferimento. Si sente in lui e in Freeman la profonda ammirazione per Mandela con la consapevolezza (lo si dice anche a un certo punto facendo riferimento a una gaffe di una sua guardia del corpo a proposito della famiglia) del rischio dell’agiografia. Che viene sfiorato ma poi in definitiva evitato nel momento in cui si mostra come il desiderio di superare il devastante clima dell’apartheid parta dal cuore ma sia filtrato da uno sguardo razionalmente strategico. Mandela non è spinto dal sentimentalismo. I versi di “Invictus” imparati in prigione hanno rafforzato la tempra di un uomo che sa come raggiungere l’obiettivo rischiando in proprio ma sostenendo il rischio con una strategia ben definita. Lui che non sa granché di rugby non solo si tiene a fianco una sorta di trainer ma impara a memoria volti e nomi dei giocatori. Ha la fortuna di trovare in Pienaar un uomo che non dimentica di essere diventato un segno di divisione ma che non teme di mutare atteggiamento. La rudezza sul campo non è disgiunta dall’intuito e il modo in cui Eastwood ci mostra una partita di cui gli annali hanno già fissato l’esito sottolinea questa empatia. Due uomini, due squadre (gli Springboks e il ristretto staff presidenziale) e due ‘popoli’ che compiono un primo, importante passo per iniziare a divenire una Nazione nel pieno e moderno senso del termine. Chi ha la parola ‘buonismo’ sempre a portata di tastiera la sprecherà anche questa volta ricordando magari come in Sudafrica i problemi non siano tuttora completamente risolti. Dimenticando, al contempo, che ci sono film buonisti e buoni film. Invictus appartiene ai secondi.

saporevittoria– Martedì 21 Giugno 2016 => “Il Sapore della Vittoria”, un film di Boaz Yakin. Con Denzel Washington, Will Patton, Wood Harris, Ryan Hurst, Donald Faison.

Trama: I Titans ricordati nel titolo sono la squadra di football americano che negli anni settanta venne allenata da Herman Boone (Washington), coach di colore, che arrivò a quel ruolo così importante contro i fortissimi pregiudizi che vigevano allora. I neri potevano giocare, ma non assumersi la responsabilità della squadra, neppure se avevano dato prove di grandi qualità. Dunque Boone, che ha ottenuto ottimi risultati in squadre universitarie, arriva ad Alexandra, in Virginia, stato fisiologicamente razzista, preparato ad affrontare la discriminazione, si vede invece riconoscere la saporevittoria2propria bravura e diventa allenatore in prima. A quel punto deve combattere con gli stessi giocatori, quelli bianchi naturalmente, che mal sopportano di dover obbedire a un nero. Ma Herman, con grinta e intelligenza, ce la fa. La storia ha certamente sapori agiografici e porta acqua a quella tesi. In America ha creato dibattiti ai quali non si sono sottratti neppure personaggi come Michael Jordan. Per il resto c’è la giusta tensione e una violenza forse esagerata, seppure nel football, che fa della violenza una delle sue grandi prerogative. Film forse “troppo americano”, che rappresenta uno sport che non ha mai del tutto convinto gli italiani.

Ali– Martedì 28 Giugno 2016 => “Alì”, un film di Michael Mann. Con Will Smith, Jamie Foxx, Jon Voight, Mario Van Peebles, Ron Silver.

ali1Il film racconta i fatti fondamentali della carriera e della vita privata di Alì. Si parte dal 1964, dal primo incontro con Liston che diede a Clay il titolo mondiale dei pesi massimi. Il match era truccato ma nel film non viene detto. Viene accreditata la tesi che fu Malcolm X a portare il campione sulla via dell’Islam. Il gran capo dei musulmani neri riceve il ragazzo e gli cambia il nome. Alì, chiamato alla armi rifiuta di partire. Sono gli anni del Vietnam. Il pugile dice la famosa frase, che gli costerà cinque anni di inattività, “i Vietcong non mi hanno fatto niente”. Non può più combattere. Rimane senza un dollaro. Il gran capo religioso lo espelle. Lo riprende quando Alì tornerà a combattere con borse miliardarie. A Kinshasa, nello Zaire, viene organizzato l’incontro del secolo, con Foreman. La città africana, preferita a New York e Las Vegas, assume un altissimo valore simbolico. È il 1974, Alì ha 32 anni e ritorna in possesso del titolo. Il film si chiude col campione esultante sul ring. Mann, nonostante la trama fortemente cinematografica, non ha colto l’occasione.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21:30.
Tutte con estrema puntualità.
Siate anche voi puntuali nel palesarvi.

Proiezione: “Boys don’t Cry” + Cena Rainbow # RAINBOW WEEK

Dal 16 al 22 maggio una settimana di dibattiti, proiezioni, mostre, momenti di festa e divertimento per coprire con i colori dell’arcobaleno il nero dell’omofobia.

rainbow week_18maggio

MERCOLEDÌ 18 MAGGIO
– Ore 19.00
Proiezione del film “Boys don’t cry”
– Ore 21.00
Cena Rainbow con menù arcobaleno a 10€

Menù arcobaleno:
– Antipasto: “mille colori”
– Secondo: “la carne è sempre la carne”
– Contorni: “civilmente uniti”
– Vino, acqua, pane e, soprattutto, “la fava fresca”

NECESSARIA LA PRENOTAZIONE PER LA CENA ENTRO IL 16 MAGGIO 2016.
Contattare:
– Francesca => 3402244751
– Andrea => 3297914678

Presso il Circolo Virtuoso Bukó
Via Stanislao Bologna 8, Benevento

Durante la Rainbow week sarà possibile acquistare la tessera dell’Associazione WAND o fare donazioni negli appositi salvadanai. Inoltre il WAND si occuperà di raccogliere i nominativi di chi desidera partecipare, con un pullman da noi organizzato, al Caserta Campania Pride il 25 Giugno 2016.

Info e contatti:
wandbn@libero.it
facebook.com/collettivo.wand
twitter.com/WAND_LGBT
ask.fm/WAND_LGBT_Benevento