Altra rassegna con il cinema d’attore e questa volta viene solcata la strada tracciata da uno degli attori di Hollywood più discussi, non tanti per i suoi successi ma per il numero di volte in cui non ha potuto fare a meno di lasciarsi sfuggire il tanto bramato Oscar come miglior attore. Leonardo Di Caprio sarà il filo conduttore di una rassegna che in tre pellicole cercherà di metter luce sulla bravura di un attore tanto premiato quanto snobbato dalla critica. Si dice che quest’anno vincerà l’Oscar per “Revenant”. Noi pensiamo che avrebbe dovuto vincerlo tempo prima con altri tre lavori ben riusciti.
Venite a goderveli!
– Martedì 2 Febbraio 2016 => “The Beach” (USA – 2000) , un film di Danny Boyle. Con Leonardo DiCaprio, Virginie Ledoyen, Tilda Swinton, Guillaume Canet, Hélène De Fougerolles.
Trama: Richard è un turista americano in cerca di avventure nell’esotica Thailandia. In un alberghetto di Bankok fa la conoscenza di un mezzo folle che gli parla di un’isola segreta e paradisiaca e gli fa dono di una mappa del posto. In compagnia di una coppia di giovani francesi, Etienne e Francoise, Richard si spinge a nuoto fino alla terra promessa e la prima impressione che lo travolge è quella di aver realmente incontrato il luogo più bello ed incontaminato del mondo. Qui vive una comunità di moderni hippies, capitanata da una donna, Sal (Tilda Swinton); un gruppo apparentemente coeso e molto ospitale.
Il punto del terzo film di Danny Boyle, alle prese con la difficile gestione del dopo-Trainspotting, è proprio questo: un’apparenza da sfatare. La comunità di sessantottini cresciuti, lungi dall’essere un tempio di pace e armonia, ben rappresenta il cuore di tenebra dell’essere umano, il luogo in cui -spogliato dei beni materiali- l’uomo è preda delle passioni più basse e meschine, dalla cupidigia alla gelosia, dall’indifferenza all’abitudine alla menzogna. In nome di un segreto da perpetuare (l’esistenza dell’isola non deve divenire fatto noto, pena la perdita della sua bellezza), gli abitanti si crogiolano nell’egoismo, scioccando l’ingenuo Di Caprio che si rifugia allora in un paradiso del tutto artificiale, scollandosi completamente dalla realtà fino a divenire il personaggio di un videogioco in stile “Rambo”.
Zeppo di citazioni, da Conrad (e annesso Coppola) al “Signore delle mosche”, The Beach si perde strada facendo esattamente come accade al suo protagonista, finendo alla deriva nel moralismo e nello smarrimento narrativo. Il gioco, specie quello duro che sconfina nella crudeltà e nel cinismo, continua ad essere uno dei temi più cari a Danny Boyle, ma questa volta il regista si isola con la sua playstation, peccando dello stesso individualismo di cui peccano i suoi poco amati personaggi. Resta – impossibile da negare – la straordinaria forza delle immagini.
– Martedì 16 Febbraio 2016 => “The Aviator” (USA, Giappone – 2004), un film di Martin Scorsese. Con Leonardo DiCaprio, Cate Blanchett, Kate Beckinsale, John C. Reilly, Alan Alda.
Trama: Signore e signori Howard Hughes: produttore, appassionato di aviazione, affetto da disordine ossessivo-compulsivo. Sono queste tre caratteristiche che debbono avere stimolato Martin Scorsese ad affrontare il primo film biografico della sua carriera, inteso in senso classico e quindi escludendo Toro scatenato. Nell’ostinato giovane produttore di film che hanno fatto la storia del cinema come Angeli dell’inferno e Scarface, nell’esperto aeronautico capace di prevedere e di rischiare sul futuro dell’aviazione civile ha visto uno di quei personaggi capaci di ‘sporcarsi le mani’ per il raggiungimento di un obiettivo. Un ‘bravo ragazzo’ avido di potere e al contempo dotato di qualità, un ‘toro scatenato’ pronto a cadere ma anche a risorgere (come gli accadrà di fronte alla commissione senatoriale che lo accusa di corruzione e contro la quale ribalterà l’accusa).
Ma è certo nell’ultima caratteristica del personaggio che Scorsese ha trovato il proprio fulcro. Non a caso la prima immagine che vediamo è quella di un preadolescente nudo che viene lavato accuratamente dalla madre con un sapone nero per preservarlo dalle malattie. Le ‘madri’ mafiose che preparano la salsa di pomodoro vengono sostituite da questa giovane donna che lascerà un segno indelebile in un figlio che si ritroverà, adulto, nuovamente nudo a combattere con le ossessioni che sono entrate nella sua pelle con la schiuma di quel sapone da cui non saprà mai separarsi. Ma queste ossessioni si accompagnano con forza visiva straordinaria ad altre. Una per tutte: il frantumarsi delle lampade incandescenti dei flash dei fotografi in una sequenza degna di Welles. Il tutto (ma c’è molto di più grazie anche al cast che vede svettare tra i coprotagonisti Cate Blanchett in un ruolo difficile come quello di restituirci senza limitarsi ad imitarla una donna del calibro di Katharine Hepburn) ripreso con un lavoro sui colori che ci offre una visione come quella che il pubblico degli anni 30/40 aveva del cinema.
Per concludere non si può non dire di Leonardo Dicaprio. Superato il rischio di non poter più fare cinema perché incatenato ai ruoli alla Titanic o alla Romeo l’attore torna a farsi dirigere da Scorsese al quale offre in guizzi improvvisi il trascorrere dello sguardo dalla più docile seduttività al lampo di follia sofferente. Grazie a lui Scorsese ha potuto tornare a far visita al Travis di Taxi Driver. Ma questa volta è ai comandi di un aereo che non riesce a staccarlo dal terreno del suo mal di vivere. La rivisitazione del ‘sogno americano’ ha un nuovo capitolo.
– Martedì 23 Febbraio 2016 => “The Wolf of Wall Street” (), un film di Martin Scorsese. Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler.
Trama: Jordan Belfort è un broker cocainomane e nevrotico nella New York degli anni Novanta. Assunto dalla L.F. Rothschild il 19 ottobre del 1987 e iniziato alla ‘masturbazione’ finanziaria da Mark Hanna, yuppie di successo col vizio della cocaina e dell’onanismo, è digerito e rigettato da Wall Street lo stesso giorno in seguito al collasso del mercato. Ambizioso e famelico, risale la china e fonda la Stratton Oakmont, agenzia di brokeraggio che rapidamente gli assicura fortuna, denaro, donne, amici, nemici e (tanta) droga. Separato dalla prima moglie, troppo rigorista per reggere gli eccessi del consorte, Jordan corteggia e sposa in seconde nozze la bella Naomi, che non tarda a regalare due eredi al suo regno poggiato sull’estorsione criminale dell’alta finanza e la ricerca sfrenata del piacere. Ma ogni onda cavalcata ha il suo punto di rottura. Perduti moglie, amici e rotta di navigazione, Jordan si infrangerà contro se stesso, l’inchiesta dell’FBI e la dipendenza da una vita ‘tagliata’ con cocaina e morfina.
Alla fine di un film di Scorsese ci si convince ogni volta che non si possa andare più in là, che non ci sia più spazio per un’altra inquadratura dopo l’immersione subacquea de Le royaume des fées (Hugo Cabret), che non ci sia un altro sguardo ammissibile dopo gli occhi celesti di un orfano dietro agli orologi e aggrappati alle lancette che scandiscono l’unico tempo che può vivere. Poi vedi The Wolf of Wall Street, commedia nera e stupefacente senza redenzione, e ti accorgi che è possibile. Navy Seal del cinema, Martin Scorsese si spinge daccapo oltre e questa volta negli angoli oscuri dove vivono le cose (molto) cattive e dove ingaggia una battaglia ad alto volume con gli avvoltoi di Wall Street, immorali gangster ma socialmente più accettabili di un gangster.
Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30, puntuali.
Siate anche voi puntuali nel palesarvi.