Ottobre, tra l’avvento dell’autunno e la ricorrenza d’ognissanti, viene sempre identificato come il mese dell’oscuro e del convivio demoniaco. Ovviamente noi al Bukó sappiamo bene come alleggerire la carica di negatività che viene spesso attribuita a questo mese e, per farlo, abbiamo ideato una rassegna che intenda burlarsi dell’oscuro, pur sempre con dignità, e rifacendoci al concetto di grottesco.
I quattro film scelti sono molto dissimili fra loro ma hanno in comune l’idea secondo la quale non tutto quello che è oscuro è necessariamente pericoloso, pauroso e da prendere sul serio.

– Martedì 03 Ottobre 2017 => “Four Rooms”, un film di Robert Rodriguez, Allison Anders, Quentin Tarantino, Alexandre Rockwell. Con Madonna, Valeria Golino, Bruce Willis, Tim Roth, Antonio Banderas.
Trama: Un decrepito albergo di Los Angeles è teatro degli episodi narrati dai quattro registi. Il filo conduttore è il portiere Tim Roth, agitato e “cartonesco”. Ha a che fare con una congrega di streghe, due bambini pestiferi, una coppia sadomaso e una scommessa riciclata da un telefilm di Hitchcock (quella del dito tagliato). Un film che può anche essere evitato.
– Martedì 10 Ottobre 2017 => “La Piccola Bottega degli Orrori”, un film di Frank Oz. Con Rick Moranis, Vincent Gardenia, Ellen Greene, Steve Martin, James Belushi.
Trama: Un giorno – poco dopo un’eclisse solare – il timido Seymour Krelborn acquista da un cinese una strana pianta mai vista prima credendo di giovare alla pubblicità del negozio del fioraio Mushnik presso il quale lavora come commesso. Ma la pianta è un alieno carnivoro che si muove, parla e mira segretamente a moltiplicarsi per invadere il mondo. Il mostruoso vegetale ricatta Seymour costringendolo a procurargli sangue (il suo) e cibo (una delle vittimeè l’arrogante e sadico dentista Orin Scrivello che cerca di soffiargli la fidanzata Audrey) ma quando il giovane si rende conto del pericolo che incombe sull’umanità lo affronta e lo distrugge in un epico duello. Tornata la serenità, Seymour va a vivere con la sua amata in una casetta accogliente senza sospettare che nel piccolo giardino sta spuntando l’ultimo germoglio della diabolica pianta.
Tratto dal musical di Howard Ashman e Alan Menken del 1982 – a sua volta ispirato alla pellicola di Roger Corman del 1960 (The Little Shop of Horrors) – il film di Oz è una delle numerose produzioni di lusso sfornate ad Hollywood negli anni ’80 con il preciso intento di riempire le sale e sbancare il botteghino. Divertente e costruito con indubbia professionalità, conta su un cast di grande richiamo, piacevoli numeri musicali, effetti speciali di buona fattura e un originale (talora eccentrico) gioco di inquadrature.A quanto si dice, il film sarebbe stato offerto a Steven Spielberg, Martin Scorsese e John Landis prima di essere affidato a Frank Oz.
– Martedì 17 Ottobre 2017 => “Storie Pazzesche”, un film di Damián Szifron. Con Ricardo Darín, Oscar Martínez, Leonardo Sbaraglia, Erica Rivas, Rita Cortese.
Trama: Un uomo decide di vendicarsi di tutti quelli che gli hanno fatto del male riunendoli in un luogo improbabile; un gangster capita per caso nel diner dove lavora la figlia di una delle sue vittime; un diverbio fra automobilisti si trasforma in un massacro grandguignolesco; un ingegnere vessato dalle multe trova il modo di vendicarsi; un incidente automobilistico dà il via ad una gara fra avvoltoi; un matrimonio da favola sfocia in un’escalation di insulti e ricatti.
Storie pazzesche è un buon esempio del lato commerciale (ma non privo di cura registica) del nuovo cinema argentino e riflette sui mostri della modernità lasciandosi dietro un retrogusto amaro. L’imprinting della commedia all’italiana è fortissimo, ma rispetto ai film comici a episodi prodotti in Italia in tempi recenti Storie pazzesche rimane saldamente agganciata alla realtà del paese che racconta, e tanto i dialoghi quanto le svolte narrative mantengono un occhio alla contemporaneità e un orecchio al vero modo di esprimersi della gente.
Lo stile di regia dell’episodio sul matrimonio sembra ispirarsi a Reality di Matteo Garrone, la violenza in chiave satirica piacerebbe invece a Tarantino, e certe volgarità alla nuova commedia yankee del filone Una notte da leoni. Ma Storie pazzesche riesce a trovare una sua identità originale filtrando le varie influenze attraverso una discreta sensibilità autoriale. L’accento è sulla violenza e la brutalità ferina dei personaggi (di qui i ritratti di animali della giungla che appaiono dietro ai titoli di testa), ma anche sul potere di compressione di una società basata sulla sopraffazione e sulla disparità economica. Prodotto da Pedro Almodovar, Storie pazzesche (che significa storie selvagge), colora di ironia e di spunti polemici ogni situazione, e il cast riunisce il meglio del talento argentino attuale, a cominciare da Ricardo Darin che dà all’ingegnere stanco di subire la giusta sfumatura malinconica.
La colonna sonora, composta e arrangiata da Gustavo Santaolalla, fa da contrappunto tragicomico alle vicende narrate, e non disdegna gli excursus nel pop, da Flashdance a Lady lady lady. Il risultato è un mosaico della contemporaneità dolorosamente realistico anche quando vira verso i toni della farsa, del pulp e del kitch
– Martedì 24 Ottobre 2017 => “Kika”, Un film di Pedro Almodóvar. Con Rossy De Palma, Victoria Abril, Peter Coyote, Verónica Forqué, Bibì Andersen
Trama: Ramon, fotografo pubblicitario di biancheria intima, si trova di fronte alla morte della madre e di lì a poco subisce un attacco cardiaco che lo fa sembrare morto. Nicolas, amico della madre, fa intervenire la truccatrice Kika per prepararlo alle esequie. Ne nascerà un rapporto a tre (Nicolas/Kika/Ramon). Mentre Andrea (una giornalista televisiva così immersa nel proprio lavoro da essersi fatta innestare sulla testa una telecamera) è sempre alla ricerca di scoop per il suo programma “Il peggio del giorno”,
Kika viene violentata da Paul, fratello della sua compagna di appartamento.
Almodovar non si risparmia niente in questo film che non è al vertice della sua filmografia anche se aggiunge un altro tassello alla sua esplorazione del cinema e, in fondo, di se stesso. Il problema sta proprio in quel ‘non risparmiarsi niente’, nel cedere alla tentazione un po’ automanierista di fare un film ‘alla Almodovar’. Ingredienti: grottesco, eccessi, situazioni esasperate, una dose di cattivo gusto. Mescolate tutto con cura e avrete un film come ve lo aspettate. La forza di Pedro invece sta altrove. Sta nello stupire. Anche qui lo fa, ma forse troppo poco perché sommerso da una sceneggiatura che ha troppi bersagli da colpire. Arriva comunque al centro con il personaggio di Andrea assurto a simbolo di una televisione-spazzatura che non si ferma dinanzi a nessun ostacolo e fa della volgarità dello sguardo la propria cifra stilistica e (ahimé) vincente. Non mancano poi le citazioni cinefile dispensate a piene mani. Arricchiscono cerebralmente il film ma, in qualche misura, lo raggelano.
Le proiezioni avranno tutte inizio alle ore 21:30.
Siate puntuali nel palesarvi, noi lo saremo nel far iniziare lo spettacolo.
Al Bukó Circolo Virtuoso!
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