Ritorna il cinema d’attore al Circolo Virtuoso Bukó e ritorna con un ospite d’eccellenza:
sua genialità e follia John Joseph Nicholson, altrimenti detto JACK NICHOLSON!
Ha interpretato la ribellione, personaggi dal carattere difficile, dal carattere romantico, ha interpretato personaggi fortemente disturbati, ha interpretato la magia e la disperazione.
Attualmente detiene il record di candidature al Premio Oscar (ben 12, di cui 3 vinti).
Con 18 nomination e 7 vittorie è l’attore che detiene il record sia di vittorie che di candidature ai Golden Globe.
Quattro appuntamenti per viverlo, quattro appuntamenti per amarlo, quattro appuntamenti da gustarsi con la fame negli occhi e nelle orecchie!
– Martedì 7 Ottobre => “Chinatown” (USA 1974), di Roman Polanski, con Jack Nicholson, Faye Dunaway, John Huston, Perry Lopez, John Hillerman, Darrell Zwerling, Diane Ladd, Roy Jenson, Roman Polanski, Richard Bakalyan, Joe Mantell, Burt Young, Bruce Glover, Dick Bakalyan, Nandu Hinds, James O’Rear, James Hong.
Trama: Ingaggiato per una questione di infedeltà coniugale, il detective Gittes si accorge di essere in realtà lo strumento di una macchinazione ai danni di un funzionario comunale che ha scoperto un traffico illecito di acqua della rete pubblica. L’uomo viene ucciso: la moglie di questi aiuta Gittes, ma alla fine viene eliminata dal padre, il potente Noah Cross, responsabile di tutto il complotto. Chinatown come emblema della ricerca della verità, quindi, della lotta contro la sopraffazione. Chinatown come dimensione pre-filmica in cui Gittes, da semplice poliziotto obbligato a fare “il meno possibile”, assisteva al disgregarsi del concetto di legalità e conviveva a tu per tu con ogni genere di sopruso. “Chinatown” come fardello che il novello detective, ora specializzato in scandalucci a sfondo sessuale e corna assortite, sperava d’essersi lasciato definitivamente alle spalle. Vano è però il tentativo di sottrarsi alla realtà (quella vera, acre, che si annida come lerciume sui colletti bianchi dei “potenti”), così come è vano il suo coraggioso tentativo di arginare l’emorragia del potere. “Lascia stare, Jack, è Chinatown” si sente dire da un ex-collega poliziotto, un istante dopo la tragedia.
– Martedì 14 Ottobre => “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (USA 1975), di Milos Forman. Con Jack Nicholson, Louise Fletcher, William Redfield, Will Sampson, Brad Dourif.
Trama: Da un romanzo (1962) di Ken Kesey: pregiudicato, trasferito in clinica psichiatrica, smaschera il carattere repressivo e carcerario dell’istituzione. La rivolta dura poco, ma lascia qualche segno. Premiato con 5 Oscar (film, regia, Nicholson e Fletcher, sceneggiatura di Bo Goldman e Laurence Hauben) – come non succedeva da Accadde una notte (1934) – è un film efficacemente e astutamente polemico sul potere che emargina i diversi e sul fondo razzistico della psichiatria. La sostanza del romanzo onirico di Kesey, scritto in prima persona, è depurata e trasformata in allegoria nell’adattamento scenico che ne fece Dale Wasserman e che forma la base della sceneggiatura. (Fu portato in scena nel 1963 da Kirk Douglas che spinse il figlio Michael a produrre il film.) Ottima squadra di attori che comprende anche il pellerossa W. Sampson.
– Martedì 21 Ottobre => “Le Streghe di Eastwick” (USA 1987), di George Miller (II). Con Michelle Pfeiffer, Susan Sarandon, Jack Nicholson, Cher, Veronica Cartwright.
Trama: Eastwick è un paese di provincia del New England con poco più di 7.000 abitanti, dove tutti si conoscono e il miglior passatempo per la gente sparlare degli altri. In questo grigio angolo di mondo vivono tre giovani donne piene di vitalità: Alexandra Medford, vedova senza figli che si mantiene scolpendo statuine che vende nell’emporio locale; Jane Spofford, suonatrice di viola, e Sukie Ridgemont, divorziata con sei figli e giornalista nel quotidiano del paesino alle dipendenze dei religiosissimi coniugi Clyde e Felicia Alden. Le tre donne, molto amiche tra loro, desiderano ardentemente avere accanto un uomo che le ami, le protegga, che dia insomma un senso alla loro esistenza. Come per incanto in paese arriva uno sconosciuto, Daryl Van Horne, un uomo molto ricco, con al seguito uno strano servitore, Fidel. Daryl si stabilisce nella splendida villa Lenox, temuta da tutti gli abitanti del paese per le leggende di stregoneria che le gravitano intorno. Un film all’insegna dell’irrisione e dell’esibizionismo tratto dal romanzo satirico (1984) di John Updike. S’irride tutto: diavolo e acqua santa, uomini e donne. In fondo è una sagra degli effetti speciali.
– Martedì 28 Ottobre => “The Departed – Il bene e il male” (USA 2006), di Martin Scorsese. Con Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nicholson, Mark Wahlberg, Martin Sheen.
Trama: Vite, professione, pericoli e destini paralleli di Matt
Damon e Leonardo DiCaprio. Il primo dà corpo e volto a Colin Sullivan, il secondo a Billy Costigan, poliziotti. Billy-Leo proviene da padre (quasi) mafioso e da madre di famiglia bene. Un contrasto che ne fa un tormentato triste e aggressivo. L’altro viene “tirato su” fin da piccolo dal boss Costello (Nicholson), che se lo ritroverà agente primo della classe, inseritissimo nella polizia di Boston. Colin sarà dunque l’infiltrato di Costello nella polizia, Billy, l’infiltrato (supersegreto) della polizia nella banda di Costello. Parte la costruzione di un’architettura complessa che fa leva sugli incarichi speculari dei due poliziotti: scoprire le talpe, cioè se stessi. Alla fine tutto si ricompone al meglio, che però forse non è il “meglio” che si attende lo spettatore.
In questo quadro agiscono: agenti dell’Fbi, doppi e tripli (altri) infiltrati, psicologa sexy che divide il letto ora col poliziotto ora col (presunto) criminale, sergente antipatico ma efficiente, prostituta filosofa che si inginocchia a comando davanti al boss. Il tutto su di un tappeto di violenza tollerabile e di ironia come deterrente a lunghi discorsi sulla vita e sulla morte del grande Costello, meglio, del grande Nicholson, anche lui filosofo e gran conoscitore dell’animo – criminale- umano.
In questo senso non si può non citare lo sceneggiatore William Monahan che ha ripreso lo spunto di un thriller del 2002, Infernal Affairs, ambientato a Hong Kong. Monaham riesce a inserire la voce fuori campo, tanto cara al regista, con le giuste misure, come azione viva e non frenante. E poi gli attori: con una citazione in parti di contorno ma decisive per Alec Baldwin e Martin Sheen, i migliori se stessi, dunque efficaci. Rilevato un DiCaprio di straordinaria febbrile intensità e palestrato, con torace praticamente doppio di quando faceva Poeti dall’Inferno . È il miglior film dell’era recente di Scorsese. Occorre tornare, come riferimento di altrettanta qualità, all’Età dell’Innocenza. Quando raccontava di Dalai Lama o di gangs d’altri tempi, o di paramedici mistici, o di citizen aviatori-igienisti, faceva prodotti di ottimo mestiere, ma l’anima del figlio del Queens e di Brooklyn, era rimasta là, con De Niro, coi bravi ragazzi eccetera. Qui Scorsese ritorna a casa. Cambia solo nomi (irlandesi non più italiani) e grattacieli (Boston non più New York). Sì, Martin è tornato.
Start h 21:30!
Le proiezioni inizieranno puntuali!
Siate puntuali anche voi a venire!
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